Parchi divertimento, la protesta colorata per le strade di Roma: "Fateci riaprire". FOTO
Lavoratori del settore, alcuni dei quali indossando costumi, hanno manifestato in piazza del Popolo. Il presidente Ira: "Abbiamo uno Stato che si è completamente dimenticato di noi. L'1 luglio saremo l'ultimo comparto a riaprire, ma per quale motivo visto che lavoriamo all'aria aperta e abbiamo ridotto a un terzo la nostra capacità?"
Indossando costumi da mascotte, majorette e principesse, i lavoratori dei parchi divertimento hanno protestato in piazza del Popolo, a Roma, chiedendo la riapertura immediata delle strutture che, al momento, per decreto è prevista per l’1 luglio
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"Abbiamo uno Stato che si è completamente dimenticato di noi come aziende e di voi come lavoratori. Uno Stato che non pensa a quanti di voi non hanno nemmeno più la disoccupazione o a quelli che con 650 euro al mese non ce la fanno più a mantenere la famiglia", ha detto dal palco il presidente dell'Associazione Parchi Permanenti Italiani e Leolandia, Giuseppe Ira (nella foto)
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"L'1 luglio saremo l'ultimo comparto a riaprire, ma per quale motivo visto che lavoriamo all'aria aperta e abbiamo ridotto a un terzo la nostra capacità? Vogliamo aprire subito!", è l'appello lanciato da Ira
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Il settore dei parchi tematici nel 2019, prima della pandemia, ha generato un giro d'affari complessivo di due miliardi di euro, con 25.000 posti di lavoro diretti (tra occupati fissi e stagionali) che arrivano a 60.000 addetti considerando l'indotto
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Nel 2020, il comparto ha visto precipitare i ricavi dell'80% con 10.000 posti di lavoro stagionali in fumo
"L'atteggiamento del governo è miope - ha detto ancora Ira - e non riusciamo a capire quali siano le ragioni" di questa apertura ritardata
"Ci fosse un rappresentante del Cts che si confronti con me per capire perché siamo così pericolosi". Senza contare, ha aggiunto il presidente dei Parchi Permanenti Italiani, che "i nostri competitor in Spagna hanno aperto da prima di Pasqua"
"In questo modo il Paese perde continuamente capacità di fare turismo. Il ministro Franceschini non mi ha mai incontrato e il suo braccio destro dice che noi non siamo spettacolo. E allora questo cos'è?", ha continuato Ira indicando la piazza piena di mascotte, palloncini e bandiere colorate
"Dicono che non siamo cultura - ha proseguito Ira - ma la cultura non può essere solo Pompei, sito encomiabile, ma non adatto a un bambino di tre-cinque anni"
"Noi siamo cultura - ha spiegato Ira - una cultura popolare, ma diretta. I nostri acquari, i rettilari, le nostre attrezzature sono edutainment. Non è un settore che può morire"
Quanto ai numeri, secondo il presidente dei Parchi Permanenti Italiani, "non esageriamo quando diciamo che 100.000 famiglie dipendono da noi. Solo con la biglietteria"
In tempi normali "contiamo 400 milioni di incassi", è la stima fatta da Ira sui parchi divertimento italiani
Secondo il presidente dei Parchi Permanenti Italiani "con il merchandising si arriva a un miliardo più un altro miliardo di indotto, che va dalle camere degli alberghi ai negozi vicini"
L'emergenza Covid e le conseguenti restrizioni hanno avuto effetti negativi anche sul settore dei parchi tematici. "Ci sono già cinque miei colleghi - ha detto Ira - che hanno dovuto praticamente regalare la propria struttura pur di uscirne"