
Covid, l'andamento del contagio in Italia negli ultimi giorni: grafici e mappe
Nell'ultima settimana è proseguito il calo della curva dei contagi e dei ricoveri sia nei reparti ordinari che in terapia intensiva, ma il numero dei decessi continua a essere elevato. In particolare in alcune regioni del Sud - Puglia, Campania e Basilicata - l'incidenza dei nuovi casi resta alta, con particolare preoccupazione per alcune province

Si conferma la lenta decrescita della curva dei contagi e dei ricoveri, ma resta tristemente elevato il numero dei decessi. Fanno sperare i primi segnali di una diminuzione della pressione sui reparti ospedalieri e le terapie intensive, anche se l’occupazione di queste ultime è rimasta piuttosto alta. Si può sintetizzare così l’andamento della pandemia in Italia. Ecco la situazione epidemiologica e ospedaliera relativa all’emergenza Covid-19, secondo i dati dell’ultima settimana
Lo speciale coronavirus
L'indice Rt è sceso ancora, raggiungendo il valore nazionale di 0,85, ma i valori dell’epidemia, sia pure in lieve discesa, restano ancora elevati ed è dunque necessario, ha avvertito il presidente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro, tenere la "guardia alta". A livello locale, quasi tutte le regioni stanno migliorando, ma ci sono diverse province in cui la situazione è ancora delicata con un’incidenza molto alta
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NUOVI CASI – Per quanto riguarda i nuovi casi, la curva ha continuato la discesa iniziata nelle ultime settimane. Si va dal minimo settimanale di lunedì 12 aprile con 9.789 casi, dato che però come sempre risente del minor numero di tamponi effettuati la domenica, ai 16.974 casi del 15 aprile. Nel resto dei giorni il livello è stato più o meno sempre lo stesso, con un numero che ha oscillato tra i 15 e i 16mila nuovi casi quotidiani
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TASSO DI POSITIVITÀ – Il dato sui nuovi casi va naturalmente tarato sul numero di tamponi effettuati. Il tasso di positività registrato nell’ultima settimana ha confermato sostanzialmente il trend di calo già visto la settimana precedente (escludendo l'eccezionalità dei giorni “pasquali”), con una percentuale di positivi che si è stabilizzata tra il 4 e il 5% (il minimo si è toccato il 13 aprile, 4,4% e il massimo il 15 aprile, 5,3%)

Il calo dei casi è confermato anche dalla discesa dell'indice Rt nazionale a 0,85, rispetto allo 0,92 della scorsa settimana, come emerso dai dati contenuti nel monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute
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"La curva italiana mostra una lenta decrescita: quasi tutte le regioni hanno un calo dell'incidenza, che è pari a 182 per 100mila abitanti", ha sottolineato il presidente dell'Iss Brusaferro

L'incidenza dei casi resta comunque elevata e ancora lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull'intero territorio nazionale dell'identificazione dei casi e del tracciamento dei loro contatti

TAMPONI – All'inizio della scorsa settimana, il numero di test aveva risentito di una forte diminuzione per via delle festività pasquali. Questa settimana il trend è tornato a crescere, anche se le cifre sono rimaste leggermente minori rispetto alle settimane che hanno preceduto la Pasqua

Se si esclude il dato di lunedì (190.635), che come sempre risente dei minori test effettuati la domenica, dopo il calo pasquale i tamponi effettuati sono tornati stabilmente sopra quota 300mila, oscillando tra i 304.990 di martedì 13 aprile ai 334.766 di venerdì 14

DECESSI – Dopo sette giorni drammatici con il picco di 627 vittime del 7 aprile (il dato peggiore dal 5 gennaio), nell’ultima settimana i decessi purtroppo si attestano ancora su cifre molto alte. In tre giorni su 6 le vittime sono state più di 400, con un picco martedì 13 aprile quando sono state 476. Come ricordano gli esperti, la mortalità è l'ultimo parametro a calare dopo quello dei casi e dei ricoveri

Nell'ultima settimana i decessi sono stati 2.422, con il livello più alto toccato il 13 aprile. La settimana precedente erano stati 2.635 (nel conteggio non state inserite le 258 vittime comunicate in un solo giorno dalla Sicilia che per via di un ricalcolo ha reso noti quei decessi avvenuti nei mesi precedenti e inseriti in ritardo nel sistema)

RICOVERI E TERAPIE INTENSIVE - Oltre a quello dei casi, prosegue anche il calo del numero dei ricoverati in reparti ordinari e quello dei ricoverati in terapia intensiva, iniziato metà della settimana precedente dopo il picco della terza ondata raggiunto il 6 aprile, ma il livello complessivo di occupazione dei posti letto per Covid continua a restare comunque sopra i livelli delle soglie di allerta

A inizio settimana i ricoverati in terapia intensiva erano 3.585. Il calo è proseguito per tutta la settimana, fino ad arrivare a quota 3.340 sabato 17

Per quanto riguarda i ricoveri nei reparti ordinari, a inizio settimana erano 27.251, dopo un leggero aumento registrato lunedì 12 aprile (+78), la cifra ha cominciato costantemente a scendere fino ai 24.100 di sabato 17

Secondo il monitoraggio settimanale Iss, la pressione sulle terapie intensive e i reparti ospedalieri resta alta, con un tasso di occupazione a livello nazionale al di sopra della soglia critica in terapia intensiva (37% rispetto alla soglia di allarme fissata al 30%) e poco al di sotto nei reparti ordinari (38% contro il 40% della soglia critica)

TERAPIE INTENSIVE NELLE REGIONI - La Lombardia è la regione con il più alto tasso di occupazione delle terapie intensive: 51%. Seguono Puglia, Valle d'Aosta e Piemonte. Le regioni con meno posti occupati in terapia intensiva sono Provincia di Bolzano (13%), Basilicata (17%), Campania (21%) (dati Agenas - Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali)

"C'è ancora un sovraccarico dei servizi assistenziali”, ha sottolineato il presidente dell’Iss Brusaferro presentando il monitoraggio settimanale

REGIONI - Resta preoccupante la situazione della Valle d’Aosta, che rimane la regione col più alto tasso di positivi per 100mila abitanti negli ultimi 7 giorni e l'unica a superare l’incidenza di 250 casi settimanali ogni 100mila abitanti, la soglia fissata per introdurre le misure più restrittive: 259,13. Le altre regioni con l'incidenza più alta sono tutte al Sud: Puglia (247,44), Basilicata (239,67) e Campania (236,85)

Tra le regioni con i dati più incoraggianti ci sono Provincia autonoma di Bolzano (71,72), quella con il dato più basso, Molise (incidenza di 81,53, nonostante una crescita dai 59,88 della settimana precedente), Umbria (90,1), in discesa dalla settimana precedente

In generale però nel resto d'Italia, a livello di regioni, l'incidenza dei contagi è ancora lontana dalla soglia dei 50 casi ogni 100mila abitanti che come detto permetterebbe il ripristino del tracciamento dei contagi

Il monitoraggio Iss ha evidenziato "un'ulteriore diminuzione del livello generale del rischio" a livello nazionale: una Regione (Calabria) ha un livello di rischio alto (contro 4 della scorsa settimana), sedici Regioni/PPAA (contro 15 della scorsa settimana) hanno una classificazione di rischio moderato (di cui 4 ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e tre Regioni (Abruzzo, Campania, Veneto) e una Provincia Autonoma (Bolzano) hanno una classificazione di rischio basso

PROVINCE - Addentrandosi tra i numeri che delineano la situazione epidemiologica dei vari territori del Paese, dai dati della settimana emergono alcune criticità particolari in alcune zone della Penisola. La situazione più grave è nella provincia di Taranto, con un’incidenza di 333,82 positivi ogni 100mila abitanti. Ma sono diverse le province che superano la soglia critica di 250. In diverse zone dell'Italia, comunque, l'incidenza resta elevata e lontana dalla soglia di 50 positivi ogni 100mila abitanti

Sempre in Puglia superano i 250 casi ogni 100mila abitanti anche le province di Foggia (256,04) e Bari (286,57). Rimanendo nelle province vicine, anche Benevento (254,31) e Napoli (260,57) sono oltre la soglia. Al Sud preoccupano anche Palermo (260,57) e Nuoro, vicina alla soglia (243,18)

Al Centro la situazione appare migliore, con il livello più basso di incidenza della settimana nella provincia di Pescara (64,96). Seguono Fermo (68,21) e Terni (72,48) . Risalendo lo Stivale, altre criticità emergono però tra Toscana ed Emilia-Romagna, con incidenze alte: Prato è la provincia con l'incidenza più elevata negli ultimi 7 giorni (303,7). Preoccupano anche Firenze (238,57) e Forlì-Cesena (239,85)

Al Nord, oltre al record negativo della Valle d’Aosta, a preoccupare maggiormente è il Piemonte con un livello abbastanza vicino alla soglia per la provincia di Cuneo (229,47). Incidenza in calo invece in Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Fa eccezione la provincia di Trieste con un'incidenza di 230,63

VACCINAZIONI – Il 16 aprile sono state somministrate in Italia 347.279 dosi di vaccino, secondo il Commissariato all'emergenza. Si tratta del nuovo record per un singolo giorno. Secondo il report settimanale, oltre 14,7 milioni di persone hanno ricevuto almeno una dose di un vaccino. Di questi, più di 4,3 milioni hanno avuto anche il richiamo

Gli over 80 – la categoria che in questo momento ha la priorità nel piano vaccinale - ad aver ricevuto almeno la prima dose di vaccino sono il 76,1% (dati al 16 aprile) e quelli con il richiamo poco meno della metà del totale (il 45,9%). Fra i 70-79enni, il 28,7% ha ricevuto la prima dose, solo il 3,7% anche il richiamo

Andando a osservare i dati sulle vaccinazioni giorno per giorno nell’ultima settimana, rispetto alla precedente le somministrazioni sono state in aumento solo giovedì 15 e venerdì 16, quando sono state rispettivamente 329.534 e 347.279 (il record). L’unico altro giorno della settimana in cui si è superata quota 300mila è stato il 14 aprile, con 308.604 iniezioni

Il punto, ha commentato Brusaferro, è che "abbiamo accumulato un tesoretto e vediamo una luce che brilla di più man mano che aumentano i vaccinati, ma c'è ancora strada da fare". Quindi un invito a non sottovalutare il grido d'allarme dei sanitari in prima linea: "Quello che dicono i medici delle terapie intensive bisogna ascoltarlo. C'è ancora una congestione nei reparti e bisogna essere molto cauti"