
Covid, niente sci fino al 5 marzo: protestano Lega e regioni. Operatori chiedono ristori
Il ministro Speranza ha firmato l'ordinanza di stop a poche ore dalla riapertura degli impianti. Le associazioni di categoria contestano la decisione. E tra i gestori c'è chi apre lo stesso. Nel provvedimento il governo promette compensazioni per gli operatori, pressing della Lega: "Forse serviranno più di 4,5 miliardi". Insorgono i governatori: Bonaccini esprime "stupore e sconcerto, anche a nome delle altre Regioni"

L'inizio della stagione sciistica slitta ancora: il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un'ordinanza che vieta l'apertura degli impianti fino al 5 marzo, dopo le sollecitazioni del Cts. Il rinvio scatena l'ira delle Regioni, degli operatori del settore e la protesta della Lega
Speranza: "Stop allo sci fino al 5 marzo"
La firma di Speranza sul provvedimento è arrivata nella serata di domenica 14 febbraio, a poche ore dalla data fissata per la riapertura degli impianti, il 15 febbraio

La Lega protesta ed è decisa chiedere "un cambio di squadra a livello tecnico, al di là di Speranza", al dicastero della Salute. "Non si può - dicono i capigruppo leghisti, Massimiliano Romeo (nella foto) e Riccardo Molinari - continuare con il 'metodo Conte', annuncio la domenica e chiusura il lunedì, ad opera del trio Ricciardi-Arcuri-Speranza"
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Ad insorgere sono anche i gestori degli impianti, insieme ai maestri di sci e a tutti gli operatori della montagna, che parlano di "stagione ormai saltata nonostante quanto investito per l'apertura" e chiedono ristori
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C’è anche chi in Val d'Ossola apre ugualmente gli impianti nonostante lo stop. Luca Mantovani, amministratore delegato della società "Vigezzo & Friends" che gestisce gli impianti, conferma: "Siamo aperti, intorno alle 8 avevamo già portato in quota con la funivia che collega la valle con le piste - e che è un trasporto pubblico locale e quindi può rimanere in ogni caso aperta - almeno un centinaio di persone. Volevamo dare un segnale, non si può cambiare idea meno di ventiquattro ore prima della riapertura"

Per Confindustria Alberghi “a 12 ore dall'apertura attesa da mesi, si blocca nuovamente il turismo della montagna. I danni sono drammatici”, spiega la vicepresidente Maria Carmela Colaiacovo. “Le aziende del settore si erano preparate alla riapertura, attesa da mesi e annunciata da diverse settimane, con acquisti e l'assunzione del personale”

"Dopo la zona rossa decretata per sbaglio in Lombardia adesso subiamo il caos generato dagli annunci sulla stagione sciistica, prima aperta e poi chiusa. Questo significa altri pesantissimi danni per le imprese. Una situazione inaccettabile", dice invece il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli

Contraria allo stop anche la Coldiretti, secondo la quale la chiusura degli impianti sciistici anche nell'ultima parte della stagione è destinata ad avere effetti non solo sulle piste di neve ma sull'intera economia che ruota intorno al turismo invernale che ha un valore stimato prima dell'emergenza Covid tra i 10 e i 12 miliardi di euro all'anno tra diretto, indotto e filiera

La decisione è scattata dopo una giornata di appelli alla prudenza arrivati innanzitutto dal Comitato tecnico scientifico che ha risposto alla richiesta di Speranza di "rivalutare la sussistenza dei presupposti per la riapertura" dello sci. Nel fornire il suo parere il Cts aveva spiegato che alla luce delle "mutate condizioni epidemiologiche" dovute "alla diffusa circolazione delle varianti virali" del virus, "allo stato attuale non appaiono sussistenti le condizioni" per la riapertura
Lo speciale coronavirusUna linea condivisa dallo stesso Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute e a cui poi ha replicato il segretario della Lega Matteo Salvini: "Prima di terrorizzare gli italiani, fai il favore di parlarne con il presidente del Consiglio", ha detto Salvini rivolgendosi a Ricciardi

Il nuovo stop agli impianti sciistici ha scatenato anche la protesta delle Regioni: "Non posso non esprimere stupore e sconcerto, anche a nome delle altre Regioni", ha detto il presidente dell'Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini

Il presidente del Valle d'Aosta Erik Lavevaz aggiunge: "Una chiusura comunicata alle 19 della vigilia dell'apertura, prevista da settimane, dopo mesi di lavoro su protocolli, assunzioni, preparazione delle società, è sinceramente inconcepibile"

"Fuori dai palazzi romani - rincara la dose il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio - c'è un mondo reale, fatto di persone reali. C'è tutta una serie di situazioni di cui il ministro Speranza ha dimostrato di non avere ne' consapevolezza ne' rispetto. Il danno è enorme”
Per il governatore lombardo, Attilio Fontana, "è un colpo gravissimo al settore"

Per il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga "l'indecisione del Cts penalizza imprese e lavoratori"

Anche per il veneto Luca Zaia "la decisione arriva troppo tardi"

L'ordinanza di chiusura, comunque, impegna "a compensare al più presto gli operatori del settore con adeguati ristori"

Sul tema dei ristori i ministri leghisti Giorgetti e Garavaglia sono intervenuti per ribadire il concetto e alzare la posta: "Non è detto nemmeno che bastino i 4,5 miliardi richiesti quando la stagione non era ancora compromessa, probabilmente ne serviranno di più", hanno sottolineato. E oggi i due esponenti leghisti incontreranno gli operatori del settore

La scadenza dell'ordinanza che ferma la riapertura degli impianti sciistici è fissata al 5 marzo, data di scadenza anche dell'ultimo Dpcm con le misure anti-Covid. La prossima partita si giocherà proprio sulla linea da adottare in merito alle nuove misure anti-Covid, forse anche prima di quella data, con il pericolo della diffusione della variante inglese che preoccupa il Cts

Preoccupazione condisiva anche da Ricciardi, il quale ha affermato che chiederà al ministro Speranza "un lockdown totale ma di durata limitata" a causa della diffusione delle nuove varianti di Covid
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