
Scuola, polemiche su rientro il 7 gennaio. In Veneto e Friuli superiori a casa fino al 31
Nonostante i dubbi sollevati da sindacati, presidi e alcuni governatori, Conte insiste sul rientro al 50% per gli istituti superiori, dopo le vacanze natalizie. Ma le Regioni sono divise. In Veneto e Friuli gli studenti più grandi non saranno in aula prima di fine mese. In Campania ritorno graduale in presenza dall'11 solo per le classi dell'infanzia e le prime due della primaria. La Valle d'Aosta è pronta ad aprire. Azzolina: "Le Regioni riflettano bene sulle conseguenze per studenti e famiglie"

È ancora polemica sul rientro tra i banchi della metà degli studenti delle superiori dopo le festività natalizie. Il premier Conte insiste: si riapra il 7 gennaio. Le Regioni però decidono in ordine sparso. In Veneto è arrivata l'ordinanza di Zaia: superiori con Dad per tutto gennaio. Anche in Friuli Venezia Giulia si opta per un ritorno in presenza solo a fine mese. Mentre la Campania sceglie un ritorno graduale dall'11. La Valle d'Aosta, invece, è pronta ad aprire. Ma Azzolina avverte: "Le Regioni riflettano bene sulle conseguenze per studenti e famiglie"
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Sull'annuncio di alcune Regioni di voler posticipare il rientro in classe, nonostante l'intesa firmata pochi giorni fa con Governo, Province e Comuni, il ministro dell'Istruzione ha spiegato: "Il Governo ha mantenuto gli impegni, i tavoli guidati dai Prefetti hanno prodotto piani operativi in tutte le Province, lavorando sul potenziamento dei trasporti e sullo scaglionamento degli orari di scuole e altre attività. Ognuno faccia la propria parte"
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Le parole di Azzolina sono arrivate dopo quelle degli esponenti del MoVimento 5 Stelle in commissione Istruzione al Senato: "Continuare a tergiversare sulla data di riapertura degli istituti scolastici, procrastinando il rientro dei nostri studenti, come stanno facendo molti presidenti di Regione, dopo accordi ben precisi sui tracciamenti e sul TPL assunti a dicembre non è più accettabile", hanno detto
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In Friuli Venezia Giulia il presidente Fedriga "ha immaginato un'ordinanza che sposti dopo il 31 gennaio il rientro in classe dei ragazzi delle secondarie di secondo grado", ha annunciato l'assessore regionale all'Istruzione, Alessia Rosolen. "Ovviamente - ha aggiunto - ci sono possibilità di intervenire da qui al 31 gennaio, a seconda di come la curva epidemiologica si modificherà nelle prossime settimane"
Zaia: "Preoccupa terza ondata, superiori in dad fino al 31 gennaio"
In Veneto, il 4 gennaio, Zaia ha firmato un'ordinanza per la chiusura delle scuole superiori, viste le previsioni rispetto ad una possibile terza ondata di coronavirus. "Non ci sembra prudente lasciare aperte le scuole superiori quindi proroghiamo la didattica a distanza fino a tutto gennaio - ha spiegato nel corso di un punto stampa alla sede della Protezione civile di Marghera (Venezia) - Noi tifiamo per la scuola in presenza ma abbiamo l'obbligo di valutare la situazione"
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La Valle d'Aosta invece "è pronta ad aprire le scuole superiori il 7 gennaio, la decisione di un rinvio sarebbe molto grave", come fa sapere Luciano Caveri, assessore all'istruzione della regione alpina. "Noi abbiamo le condizioni di sicurezza per poterlo fare - spiega - se altre Regioni ritengono di non essere in grado di aprire possono stabilire il rinvio autonomamente con proprie ordinanze; ma se Roma decidesse diversamente per tutti saremmo difronte a un fatto compiuto che ci preoccuperebbe moltissimo

Situazione diversa in Campania dove le scuole riapriranno lunedì 11 gennaio: torneranno in classe solo gli alunni della scuola dell'infanzia e delle prime due classi della scuola primaria. La decisione è stata presa nella riunione dell'Unità di Crisi della Regione. Ci sarà un'ordinanza entro il 5 gennaio. A partire dal 18 gennaio sarà poi valutata dal punto di vista epidemiologico generale la possibilità del ritorno in presenza per l'intera scuola primaria e dal 25 gennaio per la secondaria di primo e secondo grado

Nel Lazio, dopo una serie di riunioni, il direttore dell'Ufficio scolastico regionale ha stabilito che, grazie ad un incremento del trasporto pubblico, il 60% degli studenti che frequenteranno in presenza entreranno alle 8, mentre il rimanente 40% entrerà alle 10

In Toscana atteso il punto sulle azioni in campo per riportare i ragazzi in presenza. È pronta anche l'Emilia Romagna. In Puglia la Regione intende continuare a dare la possibilità agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado di scegliere la didattica a distanza anche dal 7 gennaio ma i sindacati della scuola si dicono nettamente contrari a questa ipotesi

Nel mentre il segretario del Comitato tecnico scientifico, Fabio Ciciliano, in un'intervista a InBlu Radio, ha spiegato che la questione non è riaprire le scuole ma verificare se ci sono le condizioni per poi mantenere questa decisione

Sul tema del ritorno tra i banchi si è espressa anche la Uil che "considera sbagliata la riapertura delle scuole a partire dal prossimo 7 gennaio", come sostiene il segretario generale Pierpaolo Bombardieri. "I dati epidemiologici ancora fortemente preoccupanti e le imminenti decisioni del Governo, che sembrano volte a proseguire nella linea delle restrizioni anti Covid, richiedono scelte coerenti anche sul fronte delle scuole"

"La riapertura della scuola il 7 gennaio è troppo rischiosa. Stiamo prendendo atto dei problemi dell' aumento dei contagi di questi giorni. Giorno 18 gennaio potremmo già avere un'idea dell'andamento epidemiologico e decidere a ragion veduta". A dirlo è Elvira Serafini, segretario dello Snals, uno dei sindacati più rappresentativi della scuola

“Con l'avvicinarsi della data del 7 gennaio, e quindi del ritorno a scuola degli studenti delle superiori, assistiamo a numerose polemiche tra Regioni e Governo sulla opportunità o meno di tale ripresa. Ci si deve basare sulle evidenze scientifiche rappresentate dal CTS e quindi sì alla riapertura in presenza ma solo se non ci sono rischi per l'incolumità di studenti e personale”, dice invece il presidente dell'Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli

"Fondamentale requisito - prosegue il presidente dell'Associazione presidi - è che sui mezzi di trasporto vengano rispettate adeguate misure di sicurezza. Chiediamo da mesi che anche fuori dagli istituti scolastici le regole vengano rispettate e che si pratichi uno screening capillare e continuo tramite tamponi rapidi”

"Un'ulteriore richiesta di buonsenso è che il passaggio delle presenze dal 50% al 75% sia graduale e demandato alle decisioni delle singole scuole", conclude Giannelli

Intanto l'Iss fa sapere che nel periodo 31 agosto-27 dicembre 2020 sono stati rilevati 3.173 focolai in ambito scolastico, pari al 2% del totale dei focolai a livello nazionale. I dati emergono da un rapporto sull'andamento epidemiologico nazionale e regionale dei casi in età scolare (3-18 anni). La maggior parte dei casi in età scolare (40%) si è verificata negli adolescenti tra 14 e 18 anni, seguiti dai bambini delle scuole primarie di 6-10 anni (27%), dai ragazzi delle scuole medie di 11-13 anni (23%) e dai bambini delle scuole per l'infanzia di 3-5 anni (10%)

Per l'Iss, inoltre, il tasso di ospedalizzazione nella popolazione in età scolare è stato dello 0,7% a fronte dell'8,3% nel resto della popolazione. Nella popolazione 0-3 anni il tasso di ospedalizzazione è molto più elevato, pari al 6,2%

Intanto, fra i dubbi per il prosieguo dell’anno corrente, sul sito del ministero dell’Istruzione sono aperte le iscrizioni per il 2021/2022. Le domande potranno essere effettuate dalle 8 del 4 gennaio 2021 alle 20 del 25 gennaio 2021 sulla pagina www.istruzione.it/iscrizionionline. Per eseguire la procedura occorre aver effettuato la preventiva registrazione al portale, attiva già dal 19 dicembre 2020 e per tutta la durata del periodo delle iscrizioni