Nuovo censimento Istat, l’Italia è sempre più vecchia: 53,5% ha più di 45 anni
Il 53,5% della popolazione ha più di 45 anni. Calano i residenti: nel 2019 circa 175mila persone in meno rispetto a dicembre 2018. Più evidente il saldo negativo al Sud e sulle Isole, mentre crescono i residenti in Italia Centrale e Settentrionale. LA GALLERY
L’Istat ha pubblicato il censimento permanente su popolazione e abitazioni che ha cadenza annuale e non più decennale. La nuova indagine è stata avviata nell’ottobre 2018, con l’ultima rilevazione che si è chiusa il 20 dicembre del 2019
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Dall’indagine emerge, in particolare, che l’Italia è un Paese sempre più vecchio, con il 53,5% della popolazione che ha più di 45 anni e un’età media cresciuta di due anni (da 43 a 45) rispetto alle rilevazioni del 2011
A conferma di questa tendenza c’è anche un altro dato: l’indice di vecchiaia, ovvero il rapporto tra gli over 65 e gli under 15, è cresciuto fino al 180% nel 2019 dal 148,7% del 2001. Il numero di anziani per bambino passa da meno di 1 nel 1951 a 5 nel 2019. Nel 2011, invece, era 3,8
La Campania, con un’età media di 42 anni, è la regione con la popolazione più giovane. Al contrario, la Liguria è quella più anziana, con un’età media di 49 anni, molto al di sopra di quella nazionale
È interessante notare che anche nel 1951 Campania e Liguria erano rispettivamente la regione più giovane e quella più anziana, ma in entrambi i casi l’età media risultava di 13-14 anni più bassa rispetto al 2019
Si trova, invece, in provincia di Caserta il comune più giovane d’Italia. Si tratta di Orta di Atella che ha un’età media di 35,3 anni. Gli fa da contraltare il comune più anziano: Fascia, in provincia di Genova, dove l’età media supera i 66 anni
Il processo di invecchiamento della popolazione residente italiana è mitigato dalla più giovane struttura per età della popolazione straniera. L’età media degli stranieri, infatti, è di 11,5 anni più bassa di quella degli italiani
Il numero di persone che raggiungono l’età da lavoro è superiore rispetto a coloro che stanno per ritirarsi dal lavoro. Sono, in particolare, le due ripartizioni del Nord a beneficiare maggiormente dalla più giovane struttura per età degli stranieri: qui si registrano i più bassi valori dell’età media e dell’indice di vecchiaia, nonché le percentuali più alte di bambini in età 0-4 anni (circa il 7%)
La popolazione censita in Italia al 31 dicembre del 2019 ammonta a 59.641.488 residenti, in calo di circa 175 mila persone (-0,3%) rispetto alla rilevazione del 31 dicembre 2018. Rispetto al 2011, però, la situazione è rimasta sostanzialmente stabile
A evidenziare il saldo negativo più elevato rispetto al 2011 in termini di residenti sono le regioni dell’Italia Meridionale e delle Isole che, nel 2019, hanno fatto registrare rispettivamente un -1,9% e -2,3%
In aumento, invece, la popolazione residente nell’Italia Centrale (+2%) e in entrambe le ripartizioni del Nord (+1,6% nell’Italia Nordorientale e +1,4% nell’Italia Nord-occidentale)
Più del 50% dei residenti è concentrato in cinque regioni, una per ogni ripartizione geografica: Lombardia (16,8%), Veneto (8,2%), Lazio (9,7%), Campania (9,6%) e Sicilia (8,2%)
Per quanto riguarda, poi, i livelli di istruzione, al 31 dicembre 2019, tra la popolazione sopra i 9 anni, il 35,6% ha un diploma di scuola secondaria di secondo grado o di qualifica professionale, il 29,5% la licenza di scuola media, il 16% la licenza di scuola elementare
Rispetto ai diplomi di istruzione secondaria di secondo grado o di qualifica professionale, l’indagine ha evidenziato importanti differenze territoriali, con il Trentino-Alto Adige al 43,2%, al di sopra della media nazionale (35,6%) e la Sardegna a chiudere la graduatoria con il 30,3% della popolazione che ha un diploma di scuola secondaria di secondo grado o di qualifica professionale
La percentuale di analfabeti e alfabeti senza titolo di studio, infine, raggiunge il 4,6% al 2019
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