
Covid, contagi nelle scuole e istituti chiusi: la situazione regione per regione
Molti studenti sono tornati sui banchi dopo il passaggio di alcune Regioni a zone con minori restrizioni. Rimangono in didattica a distanza i ragazzi delle superiori. Ecco la situazione nel nostro Paese

Il bollettino dell'11 dicembre del ministero della Salute ha indicato 18.727 nuovi contagi su 190.416 tamponi. Con il passaggio alla zona arancione o gialla, e la conseguente riduzione delle restrizioni, molte scuole hanno riaperto alle lezioni in presenza. Il 7 gennaio è previsto il rientro di tutti gli studenti a scuola, compresi i ragazzi delle superiori che torneranno tra i banchi in una percentuale del 75%
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"Il nostro obiettivo è di far tornare a scuola in presenza, subito dopo le feste, anche le studentesse e gli studenti delle scuole superiori", ha confermato la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. "Questo dipende da noi", ha sottolineato
Le tappe del contagio globale
"Il coordinatore del Cts Agostino Miozzo ha ribadito che non è corretto parlare dell'ipotesi di una terza ondata legata alla scuola, perché neanche la seconda è collegata alla scuola", ha aggiunto Azzolina. "Il rischio non è la riapertura il 7 gennaio delle scuole superiori, ma i comportamenti non corretti che potrebbero avvenire da oggi a tutto il periodo delle vacanze. Se durante il periodo di Natale rispetteremo le direttive, proteggeremo anche la scuola", ha concluso la ministra dell'Istruzione
La situazione in Italia con grafici e mappe.jpg?im=Resize,width=335)
In Valle d'Aosta "c'è la possibilità più che concreta" di eseguire uno screening totale nel mondo della scuola. Lo ha annunciato l'assessore regionale all'istruzione Luciano Caveri, precisando che il test riguarderà circa 18.000 persone (di cui 14.678 studenti), "con valore molto probante dal punto di vista epidemiologico". In "questa fase, stiamo guardando al 7 gennaio - ha aggiunto Caveri - per aprire le scuole superiori in piena sicurezza. Abbiamo analizzato la questione delicata dei trasporti"
Come l'alimentazione può aiutare la concentrazione durante la Dad
In Alto Adige, secondo gli ultimi dati disponibili, nella settimana fra il 30 novembre e il 6 dicembre sono state 86 le positività al Covid-19 registrate nelle scuole in lingua tedesca. I numeri resi noti dalla Direzione istruzione e formazione tedesca includono l'intero corpo docente, il personale non insegnante, e bambini e ragazzi dalla scuola dell'infanzia alle scuole superiori (ma per quest'ultime i dati non sono completi poiché i ragazzi sono ancora in didattica a distanza)
Lo speciale di Sky TG24 sul coronavirus
Nelle scuole dell'infanzia dell’Alto Adige le infezioni da Covid-19 sono state 20 (9 delle quali hanno colpito il personale pedagogico, 4 il personale non insegnante e 7 i bambini). Nelle scuole elementari i positivi sono stati 19 (6 insegnanti, 13 alunni). Alle scuole medie sono state rilevate 19 nuove infezioni (3 professori, 2 non insegnanti e 14 ragazzi). Alle scuole superiori le positività sono state 12 (3 professori, un non insegnante e 8 studenti), mentre alla formazione professionale i casi sono stati 16 (un insegnante e 15 studenti)
Covid, i dati Gimbe: "Si rischia terza ondata"
A Torino lezione di ginnastica all'aperto venerdì mattina per gli studenti della 2C della scuola media Nievo (che hanno proseguito davanti al Palazzo della Regione la protesta contro la Dad). Questa volta, però, l'idea è stata della loro professoressa Maddalena Paesano. "Sono per il ritorno a scuola in presenza e mi sono unita alla protesta dei ragazzi", racconta. "Ma intanto che sono qui faccio lezione anche a distanza a chi è rimasto a casa. Non ho sentito la necessità di avvertire la dirigenza scolastica visto che c'è l'autonomia di insegnamento", ha spiegato
Il bollettino con i dati aggiornati all'11 dicembre
Nei giorni scorsi alcuni studenti della Nievo di Torino erano stati espulsi dall'aula virtuale, in quanto - sempre per protesta - seguivano la Dad non da casa
Covid, le ordinanze locali in Italia
Prosegue in molte città d'Italia, tra cui Firenze, la mobilitazione di studenti e docenti del comitato 'Priorità alla scuola' per chiedere la riapertura degli istituti scolastici. Venerdì, nel capoluogo toscano, alcuni gruppi di studenti si sono riuniti di fronte ai licei fiorentini Castelnuovo e Michelangelo (via della Colonna) e Galileo (via Martelli) per seguire insieme la didattica a distanza, mentre due insegnanti del liceo Machiavelli hanno organizzato una lezione in presenza in piazza Santo Spirito

"Questa mobilitazione è un modo per pretendere una scuola in presenza - spiega Filippo Benfante, membro del coordinamento del comitato Priorità alla Scuola. "Secondo noi doveva essere riaperta a dicembre, magari non al 100% ma con percentuali tra il 25 e il 50%, visto che tutte le regioni stanno andando verso le zone gialle", spiega. La protesta "continua anche perché la situazione della scuola resta caotica. Tutte le regioni vanno per conto proprio e a uscirne penalizzati sono i ragazzi che perdono il loro diritto allo studio", ha concluso

L'Ufficio scolastico regionale per la Sicilia ha fornito i dati - aggiornati all'11 dicembre - sulle scuole dell'infanzia e del primo ciclo. I numeri riguardano 562 istituti dell'Isola (il 96%). Dei 447.065 alunni, sono risultati positivi al coronavirus 1.449 (0,32%). Il rapporto tra alunni positivi e classi è dell'1,25%, ed evidenzia - spiega lo stesso ufficio - "l'assenza di focolai". Inoltre, è in diminuzione il raffronto con i dati rilevati la scorsa settimana (-389)

Secondo una ricerca sulla Dad del portale Skuola.net, basata sulle opinioni di 3mila alunni delle scuole superiori raccolte dopo le prime settimane dalle nuove chiusure, circa 9 ragazzi su 10 hanno un computer o un tablet personale. Il 10% lo deve dividere con gli altri componenti della famiglia, il 3% non ne ha uno in casa. Sulla connessione, ancora oggi meno di 4 ragazzi su 10 dicono di avere un collegamento veloce, stabile e senza limiti di traffico. Il 30% ha una connessione lenta, il 17% ha giga limitati, il 12% ha problemi su entrambi i fronti

Il passaggio brusco alle attività da remoto ha spesso mostrato anche le difficoltà delle famiglie nell'organizzare gli spazi di casa in modo da permettere a tutti di avere una postazione adeguata. Ma, per fortuna, questo aspetto ora non preoccupa più: il 68% dei ragazzi segue le lezioni in una stanza separata dal resto della casa (cameretta o studio) e un altro 18% ha uno spazio tutto suo seppur in un ambiente comune (soggiorno, cucina). Poco più di 1 su 10 deve adattarsi giorno per giorno

Un altro dei miglioramenti più evidenti - come emerge dalla ricerca - riguarda le piattaforme utilizzate. Ormai più di 9 studenti su 10 si collegano a piattaforme evolute che consentono di seguire videolezioni in diretta. Inoltre, gli insegnanti sembrano aver scelto una linea d'azione comune: l'87% degli alunni delle superiori, infatti, spiega che deve accedere al massimo a due piattaforme differenti per seguire le lezioni, quasi sempre le più diffuse e conosciute

Da rivedere, invece, l'eccessiva dose di tecnologia 'somministrata' agli studenti con la Dad. Oltre 2 su 3 dicono di essere davanti allo schermo di un computer (per motivi didattici) ben oltre l'orario di scuola: il 51% stima questo tempo tra le 6 e le 10 ore, per il 17% l'esposizione dura quasi tutta la giornata

Inoltre, emerge dal sondaggio di Skuola.net, il fatto di non essere controllati 'a vista' dai professori invoglia gli studenti a usare la tecnologia a modo loro: più di 6 su 10 confessano che, almeno una volta, hanno risposto presente all'appello del docente ma poi hanno spento microfono e telecamera per 'fare i propri comodi'. Per quasi 1 su 10 questa è un'usanza frequente