
Covid, contagi nelle scuole e istituti chiusi: la situazione regione per regione
Molti studenti sono tornati sui banchi dopo il passaggio di alcune Regioni a zone con minori restrizioni. Rimangono in didattica a distanza i ragazzi delle superiori. Ecco la situazione nel nostro Paese

Il bollettino del 10 dicembre del ministero della Salute ha indicato 16.999 nuovi contagi su 171.586 tamponi. Con il passaggio alla zona arancione o gialla, e la conseguente riduzione delle restrizioni, molte scuole hanno riaperto alle lezioni in presenza. Il 7 gennaio è previsto il rientro di tutti gli studenti a scuola, compresi i ragazzi delle superiori che torneranno tra i banchi in una percentuale del 75%
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Proseguono intanto le mobilitazioni organizzate da professori e studenti davanti alle scuole italiane per chiedere la riapertura di tutti gli istituti scolastici, di ogni ordine e grado. Da venerdì a domenica è in programma un fitto calendario di iniziative in numerose città, tra cui Faenza, Firenze, Perugia, Torino, Milano, Napoli, Salerno, Mantova, Verona, Vicenza, Mestre, Padova, Treviso
Le tappe del contagio globale
Giovedì c’è stata una nuova protesta a Torino contro la didattica a distanza. In piazza Castello, davanti al Palazzo della Regione, con Anita, Lisa e Maia - studentesse simbolo della lotta per tornare in classe - c'erano circa cinquanta studenti delle superiori. "Abbiamo ricevuto gennaio come data del ritorno in aula, ma le garanzie per la sua sicurezza sono ancora vaghe e paiono insufficienti se non accompagnate da precise priorità politiche rivolte alla scuola", ha spiegato il portavoce degli studenti autorganizzati
La situazione in Italia con grafici e mappe
Sabato 12 dicembre nell'isola pedonale di via Scarlatti al Vomero, a Napoli, si sono dati appuntamento le famiglie No Dad. Con lo slogan "A Natale regala una scuola", torneranno in piazza per manifestare contro il permanere della didattica a distanza nelle scuole di Napoli e della Campania. In contemporanea manifesteranno anche i genitori No Dad di Salerno, che si ritroveranno in Corso Vittorio Emanuele
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Le manifestazioni sono promosse dal Coordinamento Scuole Aperte Campania e si svolgeranno nel primo sabato in cui i negozi saranno aperti, dopo il recente passaggio della Regione in zona arancione. L'obiettivo delle famiglie No Dad è sensibilizzare "chi sarà impegnato negli acquisti natalizi" rispetto alla situazione della scuola in Campania, nonché "evidenziare l'incoerenza delle decisioni prese dalla Regione in merito alle riaperture"
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'Speravamo - aggiungono - che lunedì 7 dicembre la Campania si allineasse al resto del Paese con la riapertura delle scuole in presenza dalla seconda classe delle elementari alla terza media, e invece l'assessore regionale all'Istruzione Fortini ha comunicato la decisione di far ritornare in presenza soltanto le classi dalla materna fino alla seconda elementare, giustificando tale decisione in virtù dei risultati dello screening e adducendo, ancora una volta, la responsabilità alla mancata partecipazione da parte dell'utenza''
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Il Coordinamento evidenzia inoltre che molti sindaci dei Comuni campani hanno emesso ordinanze restrittive (possibilità offerta dall'ordinanza regionale), e dunque in diverse città "gli alunni anche di materne e prime elementari sono lasciati a casa a oltranza''. I genitori No Dad parlano di ''anomalia Campania ormai diventata una beffa ai danni di studenti e famiglie che va avanti dal 16 ottobre. Chiediamo che gli studenti campani tornino a scuola subito perché hanno gli stessi diritti dei loro coetanei italiani'', concludono

Secondo Fulvio Bonavitacola, vicepresidente della Campania, per la scuola ci sarebbe "un rischio caos senza un rafforzamento del sistema dei trasporti" e una diversificazione degli orari di ingresso. "Il coefficiente massimo di riempimento dei mezzi del trasporto pubblico locale resterà al 50% mentre va prefigurandosi un ritorno degli studenti della secondaria in presenza, dal 7 gennaio, al 75%, con presumibile incremento al 100% nelle settimane successive. Con utenza scolastica a regime e riempimento dei mezzi al 50% sono ovvie le criticità”

L'Istat, in un report, rileva che nell'anno scolastico 2019-2020 il numero di alunni con disabilità iscritti nelle scuole italiane è aumentato. Ma uno dei tanti effetti negativi dell'epidemia da Covid-19 è stato pagato proprio dagli studenti con disabilità. Con l'introduzione della Dad è infatti diminuita la loro partecipazione alle lezioni

Secondo l'Istat sono stati 70mila gli studenti con disabilità, pari al 23%, che non hanno partecipato alla Dad. Una quota che cresce nelle regioni del Mezzogiorno dove si attesta al 29%. Proprio la Dad ha reso più complesso un processo delicato come quello dell'inclusione scolastica. È stato ostacolato o interrotto del tutto il percorso didattico intrapreso da molti docenti, impedendo uno dei principali obiettivi di una scuola inclusiva

Sul tema scuola è intervenuto anche il coordinatore del Cts Agostino Miozzo in audizione in Commissione Istruzione al Senato. "Il mondo scolastico italiano soffre di una politica di distrazione storica e ha affrontato la tragedia del coronavirus con tanti limiti. La chiusura continuativa è un problema per gli studenti per l'apprendimento e per tutti gli aspetti di impatto psicologico che saranno evidenti nei mesi e negli anni a venire”

Miozzo ha aggiunto: "Ritengo che non sia corretto sostenere l'ipotesi di una terza ondata collegata alla scuola. La seconda ondata non è stata collegata alla scuola ma probabilmente agli effetti di un'estate passata nella non osservanza delle indicazioni date. Il rischio non deriva tanto dalla riapertura il 7 gennaio delle scuole ma dai comportamenti non corretti che potrebbero avvenire da oggi e per tutto il periodo delle vacanze natalizie", vista la possibile "grande movimentazione delle persone" e considerato "il desiderio di incontro tra congiunti"

"Noi siamo convinti che sia un dovere, un imperativo, far tornare tutti i ragazzi a scuola, ovviamente consapevoli che il rischio zero non esiste, come non esiste nel nostro vivere comune. Il ritorno è per loro fondamentale, soprattutto per gli studenti da troppo tempo lontani da quegli ambienti”, ha sottolineato Miozzo. "Abbiamo nel Comitato tecnico scientifico due pediatri che sostengono che non ci sono evidenze di danno dall'uso delle mascherine su bambini e ragazzi", ha aggiunto

"Da parte del Cts c'è sempre stata grande attenzione e la consapevolezza che oggi consideriamo la scuola un ambiente protetto”, ha detto Miozzo. “La scuola non ha rischi maggiori di altre realtà, anzi ha rischi controllati, dove il percorso epidemico non ha dei picchi differenti dal resto della comunità. Il Cts non è stato investito del tema della Dad, non ne ha valutato appropriatezza e criticità. Siamo preoccupati che la lontananza degli studenti dal momento scolastico crei problemi, e ci siamo concentrati sui rischi della distanza degli studenti”, ha concluso