Inchiesta su anziani maltrattati: "Non ti do acqua", poi ospite morì

Cronaca

Nove ospiti della struttura in Valsamoggia (Bologna) sarebbero stati sottoposti a vessazioni, violenze e minacce. Le indagini, partite a gennaio dopo la morte di uno degli ospiti, hanno portato all'arresto di quattro persone

È un quadro impressionante di vessazioni, violenze, minacce e ingiurie in modalità "sistematica e continuata" quello che emerge dall'indagine 'Inferno' dei Carabinieri del Nas di Bologna. A subire i maltrattamenti sarebbero stati nove ospiti ultraottantenni ai quali venivano somministrate terapie in assenza di prescrizione medica e a volte anche di propria iniziativa. L'inchiesta ha portato nella mattina del 16 novembre all'arresto di quattro persone: la titolare di una struttura per anziani a Valsamoggia, nel Bolognese, e tre collaboratrici, tutte ai domiciliari con le accuse di maltrattamento, omissione di soccorso ed esercizio abusivo della professione sanitaria. 

Contestate anche altre violazioni

Oltre ai reati per i quali sono state arrestate, alle quattro indagate vengono contestate ulteriori violazioni relative all'attivazione di una struttura socio assistenziale in assenza di autorizzazione, all'abuso nella somministrazione di farmaci, alla carenza di procedure organizzative e gestionali nonche' all'assenza di regolari contratti di lavoro delle maestranze impiegate. 

"Ti metto il rubinetto in bocca"

A un'anziana che chiedeva dell'acqua e che sarebbe morta qualche ora dopo, una collaboratrice della casa famiglia diceva così: "Non ti do mica l'acqua se non stai a modo. Ora basta con l'acqua, smettila". Le frasi sono tra quelle intercettate e agli atti dell'inchiesta coordinata dal procuratore di Bologna Giuseppe Amato e dal pm Manuela Cavallo. "Ti metto il rubinetto in bocca poi lo apro e mi dici basta quando sei piena - infieriva l'operatrice -. Ma che c... dici acqua, acqua, acqua? Sei matta? Fai la brava o ti sparo".

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Accertamenti partiti a gennaio dopo una morte

Gli accertamenti sono partiti a gennaio scorso proprio dopo il decesso di un 83enne, ospite della casa famiglia, avvenuto per cause naturali all'ospedale di Bazzano. Era stata la stessa direzione dell'ospedale ad avvertire i Carabinieri, segnalando lesioni sospette sul corpo dell'anziano. Le indagini si sono poi sviluppate durante il periodo di lockdown nazionale, monitorando prima la struttura attiva a Valsamoggia, che ospitava nove pazienti, poi le attività successivamente trasferite in un albergo di Zocca, nel Modenese, dopo la vendita del primo immobile da parte della titolare.

Controlli ispettivi elusi

Da quanto è emerso, la casa famiglia allestita nella struttura alberghiera è stata portata avanti in violazione della disciplina che regola il funzionamento delle strutture socio assistenziali per anziani, con conseguente elusione dei controlli ispettivi, non solo dal punto di vista fiscale, ma anche in riferimento alle misure di sicurezza nei luoghi di lavoro e di prevenzione dal contagio da Covid-19. 

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