Coronavirus, a Milano torna il silenzio del lockdown. VIDEO

Cronaca

Scatta il divieto di spostamento alle 23.00. Strade del centro e Navigli deserti, davanti a Palazzo Lombardia nuova protesta. LE FOTO

La serrata notturna riporta a Milano il silenzio che caratterizzava le settimane del lockdown della scorsa primavera. Alle 23, quando è scattato il divieto di spostamenti sul territorio della Lombardia deciso dalla nuova ordinanza di Governo e Regione per limitare il coronavirus, le strade intorno a piazza XXIV Maggio non erano ancora deserte ma percorse da un paio di tram, qualche auto, taxi e alcuni rider in bici (FOTOAGGIORNAMENTI - SPECIALE).

Controlli lungo i Navigli 

Poco distante, lungo i Navigli, le pattuglie della polizia locale hanno verificato che tutti i locali fossero chiusi. I camerieri avevano iniziato a ritirare sedie e tavolini già da mezz'ora. Fra gli ultimi clienti ad alzarsi da un locale a metà del Naviglio Grande, due amiche che, finendo i loro cocktail, hanno detto: "Ce la godiamo fino all'ultimo, tanto abitiamo a duecento metri da qua". E nel giro di un quarto d'ora sul quartiere è calato il silenzio.

CARACAS, VENEZUELA - APRIL 27: A teenager student Jose Lara studies his daily schoolwork on his laptop at his home in the slum of Catia during the second month of quarantine in the Country on April 27, 2020 in Caracas, Venezuela. Due to the government-ordered coronavirus lockdown, students in Venezuela will have to attend classes remotely until the end of the school year on July 10th. In most cases, teachers connect with their students daily or weekly through e-mail or social media. Online education is a challenge in a country with a very unstable and slow internet service, frequent power outages and low-income households where parents lack of time to spend teaching their kids. (Photo by Leonardo Fernandez Viloria/Getty Images)

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Nuove proteste davanti a Palazzo Lombardia

Negli stessi minuti, davanti a Palazzo Lombardia, è andata in scena una nuova protesta contro l'ordinanza, dopo quella del pomeriggio che ha coinvolto alcune centinaia di imprenditori di ristoranti, bar e locali notturni. Assieme ad alcuni tassisti, hanno manifestato una decina di ristoratori, fra cui un gruppo di Codogno, il centro del Lodigiano che in primavera è stato inserito nella prima zona rossa. "Codogno non ci sta più", lo striscione con cui si sono presentati sotto la sede della Regione.

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