App Immuni, la testimonianza dell'influencer Marika Marangella: “Scaricatela”

Cronaca

Costanza Ruggeri

Social media manager, influencer da più di 60mila follower su Instagram e tra gli autori del primo libro italiano su TikTok, la 26enne tarantina ci racconta come ha scoperto di essere entrata in contatto con un positivo e la sua odissea tra numeri di telefono e studi medici

“’Signora Marangella, il suo tampone è negativo’. Scaricate immuni, testoni!”. Finisce così, con un messaggio su Facebook postato poco dopo le 11 di questa mattina, la sei giorni di angoscia di Marika Marangella, 26 anni, Social media manager e tra gli autori del primo libro italiano su TikTok (CORONAVIRUS, GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI – LO SPECIALE).

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L'arrivo della notifica su Immuni

Tarantina di nascita ma bolognese d’adozione, Marika scarica la app Immuni i primi di giugno. La sua famiglia vive in Puglia e non vuole correre nessun tipo di rischio. Mercoledì scorso, il 7 ottobre, è al lavoro. Sono da poco passate le tre del pomeriggio quando lo schermo del suo cellulare diventa rosso e compare il messaggio: “Rilevata esposizione a rischio con una persona Covid-19 positiva”. Allontana i colleghi e si chiude in una stanza per capire cosa fare. Chiama subito l’amica con la quale ricorda di aver trascorso il sabato precedente, il 3 ottobre, il giorno indicato dalla app come momento di contatto con un contagiato. Anche la sua amica ha scaricato Immuni ma lei non ha ricevuto nessun messaggio. Per deduzione Marika capisce che l’unico momento in cui può essere entrata in contatto con il virus è su un autobus. Lì la sua amica non c’era.

Una persona utilizza sul proprio  smartphone l'app Immuni, Genova, 8 giugno 2020.  Finora più di due milioni di italiani hanno già scaricato l'app Immuni che parte oggi in 4 Regioni (Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia). ANSA/LUCA ZENNARO

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L'odissea di Marika tra numeri di telefono e studi medici

Si chiude in casa. Avvisa i suoi contatti più stretti e inizia la sua odissea alla ricerca di un numero utile che le sappia dire come muoversi. Prova più volte a contattare il suo medico di base, come indica la stessa Immuni. Cerca di parlare con qualcuno delle ASL a Bologna. Gli uffici chiudono alle 14. È oltre il tempo limite. Riesce a parlare telefonicamente con qualcuno al Ministero della Salute. Ma la strada da seguire è chiara. Deve essere il medico di base a segnalare alle autorità competenti il suo caso e a prescriverle un tampone. Finalmente riesce a rintracciarlo. Il suo consiglio è di chiamare una ASL o il 118. È proprio il numero di emergenza nazionale a dirle che, in assenza di sintomi, deve procedere con un autoisolamento per 14 giorni e poi, se compare tosse e febbre, fare il test. Marika decide di muoversi privatamente e fissa un appuntamento in un laboratorio privato per fare il tampone. È venerdì 9 ottobre. Trascorre il weekend chiusa in casa, nell’attesa del risultato. Sa di aver sempre rispettato il distanziamento. Si è protetta con una mascherina ffp2 ma il contatto c’è stato. Immuni lo ha certificato. Nella tarda mattinata di oggi il tanto agognato sospiro di sollievo. L’esito del test è negativo.

Una persona utilizza sul proprio  smartphone l'app Immuni, Genova, 8 giugno 2020.  Finora più di due milioni di italiani hanno già scaricato l'app Immuni che parte oggi in 4 Regioni (Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia). ANSA/LUCA ZENNARO

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L'importanza della App Immuni

“A me è andata bene” ci dice. “Ma se Immuni non me lo avesse notificato non avrei mai saputo di essere entrata in contatto con un positivo. Non ho avuto tosse. La temperatura non superava i 36 gradi. Ma avrei potuto essere asintomatica e, senza accorgermene contagiare chissà quante persone”. “Vorrei capire perché in tanti non scaricano questa app” risponde qualcuno al messaggio che Marika posta su facebook dopo aver avuto l’esito del suo tampone. “Forse sono troppo impegnati a giocare a Candy Crush” risponde lei, con vena polemica. Perché certo Immuni non può impedirci di essere contagiati. Ma può esserci molto d’aiuto. 

epa08384985 An Apple iPhone running a test version of the 'Next Step' smart phone app using Decentralized Privacy-Preserving Proximity Tracing (DP-3T) to trace COVID-19 infections, in Darmstadt, Germany, 26 April 2020. According to media reports, Germany has changed its course in the debate over a coronavirus tracing app, favoring decentralized data storage over a centrally managed server. The DP-3T app, which is developed as part of an international consortium is based on the Bluetooth Low Energy standard.  EPA/BEN WENZ

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