La giovane donna aveva manifestato contro la guerra a Gaza lo scorso 4 maggio, in occasione di un concerto alla presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. "Evidentemente per la direzione la giovane ha detto qualcosa da punire severamente", commenta il sindacato del Teatro Cub Informazione & Spettacolo affermando che metterà in campo agni azione sindacale
Ha gridato “Palestina libera” nel momento in cui, lo scorso 4 maggio, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni faceva il suo ingresso nel Palco reale della Scala di Milano: per questo motivo una donna che lavorava come maschera nel teatro è stata licenziata. “È arrivato il verdetto ghigliottina della direzione nei confronti della giovane donna del personale di sala che dalla prima galleria ha urlato 'Palestina libera'": a darne notizia è la Cub Informazione & Spettacolo del Teatro in una nota. "Metteremo in campo - scrive ancora il sindacato scaligero - tutte le azioni sindacali per difendere questa coraggiosa ragazza a cui va la nostra massima solidarietà".
Sindacato attacca il Teatro
Il grido di protesta della giovane donna non è un caso isolato. “Sono milioni i giovani nel mondo che stanno manifestando per fermare il genocidio in atto a Gaza”, sottolinea la Cub. “Evidentemente per la direzione la giovane ha detto qualcosa da punire severamente. Nel provvedimento di licenziamento, firmato dal soprintendente Fortunato Ortombina, viene sottolineato che ella ha tradito la fiducia disobbedendo a ordini di servizio ma a noi vien da dire che lei ha dato retta alla sua coscienza". Poi l’attacco diretto alla direzione del Teatro che, per “compiacenza” verso la premier, “offre la testa della ribelle che intendeva denunciare il silenzio complice del suo governo verso il genocidio che si compie tutti i giorni a Gaza". E conclude: "In questo Teatro sembra di assistere al restringimento di tutti gli spazi democratici in sintonia col decreto sicurezza che il governo ha appena sfornato."