Discoteca-cluster P.Rotondo, dj è figlio di Paola Perego. Presta: "Ancora nessun tampone"

Cronaca
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Con un post su Facebook il noto agente dei vip e marito della conduttrice racconta l'impossibilità di fare il test per il giovane, in consolle alla serata da cui è nato un focolaio di coronavirus. Chiamate, rinvii, ma dopo quattro giorni il ragazzo ancora non è riuscito a sapere se è stato contagiato. "Se vuole venire al drive-in del Forlanini lo accogliamo ben volentieri per fare il test, peraltro non ci sono attese", afferma il commissario straordinario della Asl Roma 3, Giuseppe Quintavalle

“Il figlio di mia moglie è uno dei due dj delle serate in Sardegna ed Argentario. Ma dopo quattro giorni ancora non è riuscito a fare il tampone”. Questo in sintesi il messaggio comparso sul profilo Facebook di Lucio Presta, marito della conduttrice tv Paola Perego, il cui figlio era presente in consolle nella discoteca sarda da dove si è sviuppato un focolaio di coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE). 

Presta: "Anche stavolta ci vorrà un pizzico di fortuna e tanta pazienza"

Tra richieste di attesa e file per fare il tampone in auto, continua a scrivere Presta, "siamo al quarto giorno, chiudere subito discoteche! Perfetto, ma intanto questo ragazzo che ha seguito il protocollo che voi avete previsto in questi casi , che deve fare? Interessa a qualcuno o facciamo un po’ come cavolo ci pare?". La preoccupazione è che il ragazzo possa essere positivo o meno, ma l'amara conclusione è che "anche stavolta ci vorrà un pizzico di fortuna e tanta pazienza".

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A rispondergli è il commissario straordinario della Asl Roma 3, Giuseppe Quintavalle: "In merito alla vicenda del figlio della moglie di Lucio Presta, uno dei due dj delle serate in Sardegna, confermo che se vuole venire al drive-in del Forlanini lo accogliamo ben volentieri per fare il test, peraltro non ci sono attese come è stato durante tutta la giornata odierna", ha affermato

La nascita del focolaio in discoteca

Il dj romano, l'8 agosto, si trovava in un noto locale di Porto Rotondo per lavorare. Nei giorni seguenti, due ragazze e poi altri quattro giovani sono risultati positivi al coronavirus, allarmando tutti gli altri clienti del locale. Alcuni ragazzi hanno raccontato che la serata si era svolta nel rispetto delle norme:  "La discoteca era all'aperto: al chiuso non possono proprio aprire. All'ingresso ci hanno misurato la temperatura, e c'era l'obbligo della mascherina", ha riferito un 22enne all'Ansa. 

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L'assessore alla sanità della Sardegna: "Situazione sotto controllo"

"La macchina è in moto, abbiamo già inviato sul campo Marcello Acciaro in rappresentanza dell'unità di crisi e domani arriveranno nuovi tamponi e nuovi rinforzi". Così l'assessore della sanità della Regione Sardegna, Mario Nieddu, ha dichirato all'Ansa dopo l'allarme lanciato dalla Asl 1 di Roma. "Abbiamo tempestivamente attivato tutte le procedure necessarie per tracciare i contatti - ha continuato l'assessore - e intanto sulle discoteche e locali simili siamo pronti ad allinearci alle decisioni inderogabili che il governo sta assumendo".

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