Coronavirus, contagio in un locale a Porto Rotondo: sos tra giovani

Cronaca
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Una festa nei giorni scorsi in un noto locale sulla Costa Smeralda, in Sardegna, si è trasformata in un potenziale cluster per decine di ragazzi romani: due ragazze, giorni dopo, sono risultate positive al test del Covid. Allarme tra i giovani: molti si sono messi in autoisolamento

Una festa in un noto locale di Porto Rotondo, sulla Costa Smeralda, in Sardegna, si è trasformata in un potenziale cluster per decine di ragazzi romani: due ragazze, giorni dopo, sono risultate positive al test del coronavirus, e il tam tam ha messo sull'avviso un largo giro di giovani della Capitale che in quei giorni erano in trasferta nell'isola. E tra loro c'è chi, in attesa dell'esito del tampone, si è già autoisolato in casa (GLI AGGIORNAMENTI LIVE - SPECIALE).

Il contagio alla serata con un dj romano

Il possibile cluster, che ha fatto scattare il contact tracing, avrebbe come epicentro Porto Rotondo, una delle località più rinomate del turismo internazionale. È qui che decine di ragazzi in particolare di Roma Nord si erano dati appuntamento per partecipare alla serata di un dj romano, prevista per la sera del 9 agosto. Alcuni dei partecipanti però si sono sentiti male e sono ricorsi ai test: alle due ragazze si sono poi aggiunti altri giovani, anch'essi positivi ai tamponi eseguiti in alcuni ospedali della Asl Roma 1. Il Dipartimento di prevenzione del Ministero della Salute ha dunque informato la Regione Sardegna, che ha avviato tamponi a tappeto.

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I messaggi allarmati tra i ragazzi

Ma intanto sui cellulari dei ragazzi sono iniziati a diffondersi messaggi allarmati. "Ero partito per la Sardegna con 6 amici per passare lì una settimana, dal 7 al 14 di agosto - racconta un 22enne all’Ansa - quella sera ho partecipato alla festa nel locale. La discoteca era all'aperto: al chiuso non possono proprio aprire. All'ingresso ci hanno misurato la temperatura, e c'era l'obbligo della mascherina. La gente ballava con la mascherina addosso. Tutto legale, insomma". In pista tanti ragazzi di Roma, oltre ai suoi cinque amici. "Un giro allargato", lo definisce il ragazzo, in cui però naturalmente non tutti conoscono personalmente tutti. Sta di fatto che qualche giorno dopo lo chiama un amico e gli dice che due ragazze di Roma che erano a Porto Rotondo sono positive al Coronavirus. Non sono della sua comitiva ristretta e lui, infatti, non le conosce: "Neanche ricordo i nomi - spiega - né potrei essere davvero sicuro che quella sera fossero alla festa". In ogni caso lui e i suoi amici hanno deciso di farsi tutti il tampone.

Personale medico dell'ospedale San Paolo di Milano effettua un tampone ad un paziente affetto da Covid19 e dimesso. L'esame viene effettuato all'esterno del nosocomio direttamente dall'auto paziente. Milano 29 Aprile 2020.
ANSA / MATTEO BAZZI

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L’auto-isolamento

Il 22enne, in particolare, lo ha eseguito al San Filippo Neri, un ospedale di Roma Nord: "Volevo essere sicuro". E' in attesa del risultato che dovrebbe arrivare a breve. Ha fatto in fretta nonostante il Ferragosto, racconta, "perché il mio medico di base è stato molto efficiente e mi ha inviato subito la ricetta elettronica". Nell'attesa, insieme a due dei sei del suo gruppetto, si è auto-quarantenato per ridurre i potenziali contagi: "Un nostro amico aveva una casa libera - racconta al telefono - e ci siamo chiusi in tre qua dentro. Non volevo far rischiare la mia famiglia". Altri sono a casa loro, isolati.

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