
Riapertura scuole, i tanti dubbi: da mascherine a regole diverse regione per regione
A meno di un mese dal ritorno sui banchi, previsto per il 14 settembre, sono ancora tanti gli scenari possibili: dall’obbligo o meno delle mascherine alle possibili deroghe sul distanziamento fisico di un metro tra gli alunni, fino all’ipotesi di regole differenziate a seconda dei territori, con l’istituzione di zone rosse. Mentre preoccupa la crescita dei contagi, il direttore aggiunto dell’Oms Ranieri Guerra paventa il pericolo di arrivare "con un numero di casi che renderebbero la riapertura pericolosissima”

“Riapriremo le scuole a ogni costo”, ha assicurato Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Comitato tecnico scientifico. A meno di un mese dal ritorno in classe, previsto per il 14 settembre, sono però ancora tanti i dubbi e gli scenari possibili: dall’obbligo o meno delle mascherine alla possibilità di regole differenziate regione per regione, mentre preoccupa la crescita dei contagi
Coronavirus, Locatelli: "Riapriremo le scuole a ogni costo".jpg.transform/gallery-horizontal-mobile/2c0d9ca51f34452dbbd075c1dd4d859e83a02475/img.jpg)
Per il ministro della Salute Roberto Speranza, la riapertura delle scuole "segnerà la vera fine del lockdown. Stiamo investendo risorse come non mai sulla scuola, ben vengano le assunzioni di nuovi insegnanti e i banchi nuovi". Non si possono "lasciare soli presidi e insegnanti”, ha aggiunto
Lo speciale scuola
Se l'aumento del numero dei contagi non si arresterà la riapertura delle scuole italiane a settembre potrebbe però essere compromessa. Lo dicono gli esperti che invocano in queste ore la responsabilità di tutti, a partire proprio dai ragazzi, e il rispetto massimo delle regole per evitare un riavvio dell'anno scolastico senza alunni nelle classi
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Il direttore aggiunto dell’Organizzazione mondiale della Sanità Ranieri Guerra paventa il pericolo di arrivare al 14 settembre "con un numero di casi che renderebbero la riapertura pericolosissima”
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Intanto il 19 agosto la riunione del Cts si occuperà proprio della riapertura delle scuole. Il Comitato tecnico scientifico, secondo quanto già trapelato, ribadirà che non si deroga all'obbligo del distanziamento fisico di un metro tra gli alunni in classe
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“Il Cts – ha spiegato Locatelli al Corriere – ritiene prioritario poter garantire il distanziamento all’interno degli istituti impiegando le mascherine solo se necessario, in situazioni eccezionali e per brevi periodi. Lo sforzo, soprattutto da parte del ministero dell’Istruzione, deve essere quello di identificare tutte le soluzioni percorribili in modo da non scaricare le responsabilità sui presidi”

La deroga sarà comunque consentita per un periodo limitato di tempo - continuano a ribadire i consulenti del governo per l'emergenza sanitaria - e nel frattempo dovranno essere adottate il prima possibile soluzioni per garantire il distanziamento prescritto

Mercoledì il Cts fornirà i dettagli su come si dovranno comportare le scuole in caso di contagio o di focolaio, ma intanto ha già chiarito che, a ridosso dell’inizio della scuola, gli esperti del ministero della Salute potranno “effettuare valutazioni sulla possibilità di prevedere una differenziazione delle misure da adottare nei territori in cui la diffusione del virus risulti contenuta”

Potrebbero essere poi introdotte zone rosse in cui ci saranno più restrizioni se il virus dovesse tornare a circolare in modo allarmante

Il Cts ha precisato che le situazioni di mancato distanziamento, seppur accettate, vanno corrette il prima possibile anche attraverso soluzioni strutturali provvisorie utilizzate in contesti emergenziali. Tra queste vengono indicate le tensostrutture da installare nei cortili o nelle vicinanze degli istituti scolastici

Sono tanti però i presidi e non solo che spingono per un ulteriore controllo prima di entrare in classe