Covid, Ilaria Capua a Sky TG24: nuova ondata dipende da noi, monitorare terapie intensive

Cronaca
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La virologa ha spiegato che una seconda ondata in autunno dipende dalle nostre azioni e che il dato da tenere sotto controllo è quello dei ricoveri in terapia intensiva. “Non ci dimentichiamo che non abbiamo azzerato la curva ma la abbiamo appiattita. E questo significa che il virus circola, molto meno ma continua a circolare”, ha detto. E ancora: dobbiamo lavorare “tutti insieme applicando le misure essenziali per rallentare il contagio

“Non ci dimentichiamo che non abbiamo azzerato la curva ma la abbiamo appiattita. E questo significa che il virus circola, molto meno ma continua a circolare”. È per questo che “dobbiamo evitare di cadere negli stessi errori” e dobbiamo lavorare “tutti insieme applicando le misure essenziali per rallentare il contagio”. Sono queste le parole della virologa Ilaria Capua, dell'Università della Florida. Intervistata a Sky Tg24, ha spiegato che la seconda ondata di coronavirus in autunno dipende dalle nostre azioni e che il dato da tenere sotto controllo è quello dei ricoveri in terapia intensiva (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE).

Capua: “Infezione rimarrà con noi per un po’ di tempo”

“Credo che sia chiaro a tutti che questa infezione non andrà via e rimarrà con noi per un po’ di tempo – ha detto l’esperta –. Abbiamo imparato a gestirla, a riconoscerla e a curarla e conosciamo questo nemico che era sconosciuto fino a sei mesi fa. Adesso che lo conosciamo ancora meglio siamo pronti per tirare fuori il nostro armamentario di conoscenza e di buon senso”. La virologa ha spiegato di essere “ottimista, perché in Italia ho visto che vi è un sensibilità importante delle persone a contribuire a risolvere il problema”. “La grande sfida – ha aggiunto – è trovare il modo di essere parte della soluzione e non parte del problema”.

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“Dato da tenere sotto occhio è il numero di ricoveri in terapia intensiva”

Commentando i grafici sull’andamento dei contagi in Italia, Capua ha detto che “il dato da tenere sotto occhio è il numero di ricoveri in terapia intensiva, che è calato perché abbiamo capito come si può combattere questo virus e come si può rallentare la sua circolazione”. “Il numero delle infezioni – ha aggiunto – è un numero che molto probabilmente è una sottostima, perché non tutti gli infetti vengono tamponati, ma è un numero che non ci deve preoccupare”. “Mi piacerebbe – ha continuato – vedere meno attenzione a questi numeri che sono delle piccole granularità rispetto a quello che succede nel resto del mondo. Guardiamo il fenomeno nella sua interezza”. Poi si è detta sicura che “gli italiani abbiano imparato che certe categorie siano più a rischio di altre e che queste dobbiamo proteggerle”.

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“La seconda ondata la facciamo noi e non il virus da solo”

La virologa ha spiegato che l’eventuale seconda ondata in autunno dipende da noi. “Il virus – ha detto – non ha le ali e la pandemia la facciamo noi. Il virus si diffonde attraverso le persone che lo trasportano. La seconda ondata la facciamo noi e non la fa il virus da solo, quindi dobbiamo essere assolutamente consapevoli che è soltanto attraverso le nostre azioni che possiamo lasciare uno spazio minimo al virus. Lo abbiamo già visto perché questo virus circola in Italia da metà dicembre, quindi da metà dicembre a metà febbraio è circolato sotto traccia senza dare troppi fastidi, questo è possibile”.

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“Italia è riuscita a gestire con efficienza situazione complicatissima”

Infine, Capua ha parlato della gestione della pandemia: “Le cose che vedo negli Stati Uniti o in altri Paesi non sono assolutamente paragonabili con i livelli di reattività e di intervento che ci sono stati in Italia. Nessun Paese era preparato a questa pandemia e si è visto. L’Italia, che è stata uno dei primi Paesi colpiti dalla pandemia, con la Lombardia che è stata colpita in maniera così drammatica, è riuscita a gestire una situazione complicatissima con un’efficienza degna di un Paese come il nostro”.

La professoressa Ilaria Capua posa a margine della presentazione del suo libro ''Io, trafficante di virus, una storia di scienza e di amara giustizia'' all'istituto Mario Negri di Milano, 28 marzo 2017. 
ANSA / MATTEO BAZZI

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