
Coronavirus, TSO per chi non vuole curarsi: l'ipotesi del ministro Speranza. FOTO
Nel nostro Paese sono decine i focolai di nuovi contagi, molti causati da arrivi da Paesi extra Schengen dove la pandemia non è sotto controllo. Il governatore della Toscana Rossi ha stabilito, in contesti di sovraffollamento, il ricovero obbligatorio nei Covid hotel, mentre Zingaretti chiede tamponi negli aeroporti per i voli da zone ad alto rischio. Dopo il caso dell’imprenditore vicentino che ha rifiutato le cure, il ministero della Salute sta verificando il quadro normativo sui trattamenti sanitari obbligatori

Sono decine i focolai di nuovi contagi da coronavirus sparsi in diverse regioni, per lo più Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Lazio, e l'ultima impennata si è diffusa in Lombardia, nei macelli e salumifici del Mantovano con 68 positivi. In molti dei nuovi casi c'è un comune denominatore: il virus è di rientro, contratto all'estero e “trasportato” a casa nostra
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Si tratta di persone positive, soprattutto lavoratori stranieri, che fanno rientro in Italia, il più delle volte da Paesi extra Schengen dove la pandemia non è sotto controllo
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Un campanello d'allarme che ha costretto ai ripari, con il governatore della Toscana Enrico Rossi che ha stabilito il ricovero obbligatorio nei Covid hotel per i contagiati che vivono nel sovraffollamento, e da domani a Roma partono i tamponi a tappeto per la comunità del Bangladesh dove il virus dilaga. Il governatore del Lazio Nicola Zingaretti chiede tamponi negli aeroporti per i voli da Paesi ad alto rischio
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Dopo il caso dell'imprenditore veneto ricoverato a Vicenza in condizioni gravi ma stabili dopo aver in un primo tempo rifiutato le cure nonostante evidenti sintomi di Covid, alle sue spalle una scia di 5 contagiati e 89 persone in isolamento, il ministro della Salute Roberto Speranza - sollecitato dal governatore Luca Zaia - sta riflettendo sui trattamenti sanitari obbligatori (Tso)
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Per ora le norme anticontagio puniscono chi non rispetta la quarantena o diffonde il virus, non chi rifiuta di curarsi. Sul fronte degli stili di vita, inoltre, preoccupano gli assembramenti: nei boschi dell'astigiano, lungo il Tanaro, è stato “sgomberato” dalle forze dell'ordine un rave con 400 ragazzi, e Federfarma ha notato un grosso calo nella vendita di mascherine

È dunque al lavoro l'ufficio legislativo del ministro Speranza per verificare il quadro normativo sui Tso. L'obiettivo è quello di studiare una norma più stringente per la tutela contro il Covid. "Oggi se una persona è positiva e non resta in isolamento ha una sanzione penale da 3 a 18 mesi di carcere. E c'è una multa fino a 5mila euro", ha detto il ministro in un'intervista a Repubblica. "Sto valutando con il mio ufficio legislativo - ha spiegato Speranza - l'ipotesi di trattamenti sanitari obbligatori nei casi in cui una persona deve curarsi e non lo fa"

Parere favorevole viene da Andrea Crisanti, il professore di microbiologia dell'Università di Padova tra i primi a capire la gravità dell'epidemia. "Ogni volta che si mette in pericolo la salute degli altri prevale il bene pubblico, quindi - sostiene Crisanti parlando a SkyTg24 - penso che il Trattamento sanitario obbligatorio in questi casi debba essere necessario, estenderlo al caso del Covid non è una cosa negativa"

Sulla stessa scia è Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani che, intervistato dal Corriere della Sera, chiede "una grande attenzione a porti, aeroporti e stazioni. Occorre fare i tamponi a tutti i passeggeri provenienti da Paesi nei quali il virus è in crescita. Non basta rilevare la temperatura o l'autocertificazione"

Tuttavia, spiega Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di polizia Coisp, esiste già una misura di ricovero coatto per chi diffonde epidemie, il quale potrebbe essere punito fino all'ergastolo: è prevista dal codice penale ed è applicata anche in questi mesi per chi si allontana dalla quarantena

"Credo che ci sia stato semplicemente un problema di interpretazione del termine - spiega Pianese - Il Tso è una misura di prevenzione adottata quando ci sono persone in stato di alterazione psicofisica, è regolamentato con una legge del 1978 e ovviamente non tiene conto delle evoluzioni degli ultimi mesi sul Covid e i rischi di pandemia”

“Quindi il primo problema per una sua applicazione alle persone positive al coronavirus sarebbe di tipo normativo - continua Pianese - Una persona non in possesso delle proprie facoltà viene giudicata tale da un medico o sanitario della Asl ed è previsto un intervento delle forze di polizia, le quali chiamano il 118 richiedendo il Tso. Ma se il medico reputa che quella persona sia presente a se stessa e non abbia caratteristiche psico-fisiche alterate rispetto alla normalità, non si può far applicare il Tso"

Il sindacalista chiarisce quindi che “l’articolo 438 del codice penale prevede pene tra gli 8 anni e l'ergastolo per chiunque cagioni un'epidemia mediante la diffusione di germi patogeni. Se la patologia viene certificata, è inoltre previsto l'obbligo di ricovero in una struttura appositamente dedicata: è già successo in questi mesi con chi si allontanava dalla quarantena. E se la persona oppone resistenza al ricovero, viene piantonata"