La commissione di Garanzia ha invitato gli organi sindacali a fare un passo indietro evidenziando nella convocazione dello stop alcune violazioni, tra cui il mancato rispetto del "termine di preavviso". Uil però insiste: "Fermarci è un nostro diritto". La ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina a Repubblica: "Ho ricevuto molte minacce. Alcune di morte"
La commissione di Garanzia per gli scioperi ha invitato i sindacati dalla scuola a "revocare" lo stop indetto per l'8 giugno. Diversi i motivi della protesta annunciata: dall’uso della didattica a distanza all’edilizia scolastica, ma soprattutto la stabilizzazione dei docenti. Sindacati che però confermano la volontà di fermarsi, mentre la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in un’intervista rilasciata a Repubblica denuncia alcune minacce ricevute (CORONAVIRUS: LI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE - GRAFICHE) .
La lettera del Garante ai sindacati
In una lettera inviata a Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams, il commissario Orsola Razzolini ha evidenziato nella convocazione dello sciopero alcune violazioni: in particolare il mancato rispetto del "termine di preavviso", che non può essere inferiore a 15 giorni, e della "regola dell'intervallo tra azioni di sciopero" (almeno 7 giorni). Il Garante ricorda che una iniziativa di protesta era stata proclamata dai Cobas per il 5 giugno. "Resta fermo - si legge nella lettera - che la Commissione, in seguito alla eventuale apertura del procedimento di valutazione, accerterà ogni altra violazione che dovesse emergere".
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La risposta della Uil scuola
Dopo la lettera del Garante, non si fa attendere la risposta dei sindacati: "Continuano a circolare notizie false e tendenziose circa lo sciopero generale della scuola dell'8 giugno", dice Pino Turi, segretario generale della Uil scuola, sottolineando che "è pur vero che la Commissione di garanzia sul diritto di sciopero ha chiesto di revocarlo, ma la Commissione non ha potere di annullarlo direttamente. La sua funzione è di natura conciliativa e solo noi possiamo revocarlo". "Stiamo spiegando le nostre ragioni che ci consigliano - prosegue Turi - di mantenere lo sciopero per l'8 per consentire l'esercizio di un diritto costituzionale che non lede, nella contingenza attuale, nessuno dei diritti di studenti e famiglie: le scuole sono chiuse e non si capisce quale sia questa lezione, il diritto allo studio che non può certo essere messo in discussione da questo sciopero che confermiamo nei tempi e nei modi annunciati". "Siamo certi che le nostre ragioni sono più solide di una procedura burocratica valida nella normalità. Altrettanto siamo certi - conclude Turi - che la questione sarà risolta tra le parti senza bisogno di portarla alla valutazione della Consulta".
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Azzolina: "Ricevute minacce di morte"
Intanto, sulla situazione scuola interviene anche la ministra Azzolina che, proprio parlando dello sciopero e dei motivi che hanno portato allo stop dell’8 giugno racconta: "Ho ricevuto minacce. Anche di morte. Da quel che farebbero al mio 'bel visino' a quel che farebbero della mia vita. Molti sono docenti. Uno è un sindacalista che scambia il diritto di satira per qualcosa di ben più grave". Poi sulla ripartenza del prossimo anno scolastico: "Stiamo facendo tutto il possibile per riportare tutti, bambini e ragazzi, a scuola in presenza", senza didattica a distanza per i più grandi. "Ovviamente il territorio nazionale è molto diverso, ci sono più di ottomila autonomie scolastiche e 40mila edifici. Noi daremo una cornice, delle linee guida e un pacchetto di strumenti. Ogni scuola dovrà poi declinare come far ripartire l'anno".