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Coronavirus, dagli estetisti ai camerieri: come cambieranno i lavori “di prossimità”. FOTO
Nella “fase 2” dell’emergenza Covid-19, quella della graduale riapertura, chi svolge mansioni a contatto diretto con il pubblico dovrà proteggersi con strumenti appositi ma anche riorganizzare le attività. L’indagine della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro
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Nella “fase 2” dell’emergenza coronavirus, quella della graduale riapertura, 6,14 milioni di lavoratori “di prossimità”, quelli cioè che necessitano del contatto diretto con il pubblico, dovranno riorganizzare la propria attività. Lo rileva un’indagine della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro
Coronavirus, tutti gli aggiornamenti![](https://static.sky.it/images_static/tg24/cronaca/2020/04/20/coronavirus_lavori_di_prossimita/02_lavori_fotogramma.jpg.transform/gallery-horizontal-mobile/2548191ba8c3197dc5e0bf03d23d5e7939e58531/img.jpeg)
Si tratta di camerieri, commessi, operatori sanitari e infermieri, parrucchieri ed estetiste. Una categoria che rappresenta il 26,5% dell’occupazione italiana e che si concentra soprattutto nel Nord Italia (48,7%)
Lo speciale coronavirus di Sky Tg24![](https://static.sky.it/images_static/tg24/cronaca/2020/04/20/coronavirus_lavori_di_prossimita/03_lavori_fotogramma.jpg.transform/gallery-horizontal-mobile/259879691fc4cbd123867b5ea80ebb1d61ddcc68/img.jpeg)
Il primo grande gruppo individuato dall’indagine “Come cambieranno le professioni di prossimità” è rappresentato da commercianti e addetti alle vendite: si tratta di 1,72 milioni di lavoratori, il 28% delle professioni “di prossimità”, universo molto vario che va dall’alimentare all’abbigliamento
Lo speciale “Io resto a casa”![](https://static.sky.it/images_static/tg24/cronaca/2020/04/20/coronavirus_lavori_di_prossimita/04_lavori_fotogramma.jpg.transform/gallery-horizontal-mobile/5af3aacb095330162499cd69180777391f9e87b1/img.jpeg)
Per loro le nuove regole per la riapertura, in alcuni casi adottate già in queste settimane, consisteranno in protezioni individuali e contingentamento degli accessi
Coronavirus, le grafiche con tutti i dati![](https://static.sky.it/images_static/tg24/cronaca/2020/04/20/coronavirus_lavori_di_prossimita/05_lavori_fotogramma.jpg.transform/gallery-horizontal-mobile/094639d7c21dc0d67b3fc73c7b8f3e1934efadf3/img.jpeg)
Per questa categoria è ipotizzabile un ampliamento degli orari di apertura dei negozi, per consentire la gestione dei flussi e una spinta alla vendita online e alle consegne a domicilio
La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro![](https://static.sky.it/images_static/tg24/cronaca/2020/04/20/coronavirus_lavori_di_prossimita/07_lavori_fotogramma.jpg.transform/gallery-horizontal-mobile/cc453c2fe58d59b1b3d2c33f8171224bd4a49ab3/img.jpeg)
Gli spazi dovranno essere riprogettati per garantire adeguata distanza tra tavoli e persone, mentre per quanto riguarda i tempi di lavoro sarà ipotizzabile un'estensione del modello del doppio turno (apertura a cena e a pranzo)
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Probabili anche esuberi di organico, non solo per effetto del blocco delle attività a partire da marzo, ma anche per la contrazione del giro d’affari che caratterizzerà i prossimi mesi. Anche questo settore, tuttavia, si è in molti casi già organizzato per ripartire dai servizi a domicilio o da asporto
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Oltre alla fornitura dei necessari dispositivi di sicurezza e a una maggiore attenzione all’igiene di ambienti e strumenti di lavoro, si dovrà lavorare su una più funzionale organizzazione degli spazi e dei percorsi nelle strutture
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Al quarto posto con 776mila occupati, pari al 12,6% del totale delle professioni in questione, ci sono poi tutti quei lavori che riguardano la fornitura di servizi personali, secondo la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. Si tratta di parrucchieri e barbieri, estetisti, massaggiatori e logopedisti
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Saranno chiamati a una riorganizzazione generale: si pensi alla dimensione della manualità, elemento distintivo di tali lavori, vincolato dall’obbligo dei guanti. Anche per loro sarà necessario rivedere la gestione degli spazi, contingentare le entrate, fare più attenzione all’igiene. Obbligatoria sarà la prenotazione degli appuntamenti
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Dei lavori “di prossimità” fanno parte infine anche le colf, 449mila in Italia. In questo caso la Fondazione ipotizza che, una volta ripresa l’attività interrotta, poco cambierà all’interno delle mura domestiche, salvo il rispetto di quelle norme minime di sicurezza ormai metabolizzate
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Tra gli scenari per l'uscita graduale dalla chiusura si è parlato anche dell’ipotesi di far rientrare prime le donne, meno soggette al contagio da coronavirus. In questo caso, mostra l’indagine, le professioni “di prossimità” non incontrerebbero criticità particolari perché le donne rappresentano il 62,1% degli occupati
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Anche a livello anagrafico, se dovessero essere individuate tempistiche scaglionate, gran parte delle professioni in questione non incontrerebbe problemi: solo il 19,7% dei lavoratori ha più di 55 anni, anche se in alcuni comparti (vedi medici) l’anzianità è più alta e questo potrebbe ritardare la piena ripresa