Dopo che ieri nel comune non si sono registrati nuovi casi di Covid-19, il primo cittadino dice: “Siamo felici, ma noi la quarantena l’abbiamo fatta seriamente”. Poi predica prudenza: “La battaglia non è finita”. Il governatore chiede che la Lombardia segua l’esempio
"Il modello zona rossa ha funzionato”. A dirlo è Francesco Passerini, sindaco di Codogno. Il comune è uno dei dieci del Lodigiano che è stato isolato per due settimane a causa del coronavirus, con il divieto di ingresso e uscita dall'area (GLI AGGIORNAMENTI). Ieri, martedì 10 marzo, non si sono più registrati nuovi casi di Covid-19. “Bisogna esportare il modello Codogno a tutta la Lombardia perché ha dimostrato di funzionare. Codogno è l'unico posto in Lombardia dove i contagi si sono ridotti”, ha detto il governatore lombardo Attilio Fontana (SPOSTAMENTI LIMITATI: IL NUOVO DECRETO - LO SPECIALE - LA DIRETTIVA DEL VIMINALE SUI CONTROLLI - ANTIVIRUS, L'ITALIA CHE RESISTE - LA SITUAZIONE IN ITALIA: GRAFICI E MAPPE - LA MAPPA ANIMATA DELLA DIFFUSIONE GLOBALE).
Zero nuovi contagi
Nelle scorse settimane Codogno è diventato famoso per aver fatto registrare il primo ricoverato da coronavirus riconosciuto in Italia. Ieri, martedì 10 marzo, per la prima volta da quando è iniziata l’emergenza non ci sono stati nuovi casi. "Siamo particolarmente felici di questo che ci sembra un grande risultato ma vogliamo dire che noi, che siamo stati zona rossa del Lodigiano, la quarantena l'abbiamo fatta seriamente e certamente è per questo che adesso assistiamo al calo che speravamo", ha sottolineato il sindaco Passerini.
Sindaco Codogno: “L’emergenza non è finita”
Il primo cittadino, comunque, ha invitato a essere prudenti. “Quel che è certo è che il trend dei contagi da qualche giorno è negativo e speriamo vada avanti così. Questo non vuol dire, però, che l'emergenza sia finita", ha spiegato. E ancora: “La battaglia non è finita, ma se manterremo tutti quanti i comportamenti intelligenti dettati dal governo allora avremo solo qualche settimana di sacrificio e poi ne saremo fuori”. Il sindaco è stato cauto anche sull’assenza di nuovi casi: il dato, ha detto, "è da prendere con le pinze perché bisogna vedere l'andamento dei prossimi giorni".
Medico di Codogno: “Casi non ancora diagnosticati”
Cautela sul dato è stata espressa anche da Marcello Natali, medico di base di Codogno e Responsabile Fimmg (Federazione italiana Medici Medicina Generale) della Provincia di Lodi. “Sarei un pochino critico nel dire che a Codogno non ci sono stati più casi" perché "secondo me ci sono altri casi che non sono stati ancora diagnosticati", ha detto in un'intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei. "I tamponi ci sono - ha aggiunto il medico - ma il problema è come accedere all'esame stesso. Per noi non è facile richiedere direttamente di fare un tampone. È un problema di accesso alla diagnostica. Abbiamo ancora delle letture di tamponi molto lunghe”. Poi ha concluso: “Posso essere d'accordo sul fatto che la situazione stia migliorando, e ne sono convinto, ma questo non vuol dire che è tutto a posto, usciamo fuori a fare baldoria. Il rischio d'infezione c'è ancora”.