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Rigopiano, il Governo sarà parte civile nel processo per depistaggio

Cronaca

Gli imputati sono accusati a vario titolo, tra l'altro, di disastro colposo, omicidio plurimo colposo, falso ideologico e abuso edilizio

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"Lo Stato non ha affatto abbandonato i familiari delle vittime della tragedia di Rigopiano": ad affermarlo fonti del ministero della Giustizia che sottolineano, poi, che il Guardasigilli Alfonso Bonafede "ha sentito il Presidente del Consiglio e hanno concordato la costituzione di parte civile nel processo per depistaggio sulla tragedia di Rigopiano". Dunque in questi ultimi giorni gli uffici del ministero di via Arenula e quelli di Palazzo Chigi hanno dialogato per fare tutte le valutazioni tecniche del caso. L'inchiesta per depistaggio e frode processuale rientra nelle indagini sul disastro dell'Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara). Ci sono per ora 25 imputati, accusati a vario titolo di disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni plurime colpose, falso ideologico, abuso edilizio, abuso d'ufficio, omissione di atti d'ufficio e altri reati minori. Dopo la riunione dei due tronconi, il procedimento sulla tragedia del resort, crollato sotto una valanga il 18 gennaio 2017, vedrà salire gli imputati a quota 29 persone, più la società Gran Sasso Resort & Spa. Prossima udienza il 29 novembre 2019. 

Le tappe del processo civile

Il 9 dicembre si terrà la prima udienza al tribunale dell'Aquila. Il processo è stato affidato al giudice Monica Croci. Gli avvocati Emanuela Rosa e Adriano Cortellessa, legali rispettivamente della famiglia di Gabriele D'Angelo - tra le vittime dell'hotel - e di Marco Foresta che ha perso entrambi i genitori, hanno citato in giudizio: la Regione Abruzzo, il ministero dell'Interno da cui dipende la Prefettura di Pescara; l'amministrazione provinciale di Pescara e il Comune di Farindola.