"Hai firmato la condanna a morte di mio figlio" ha urlato la donna, colpendo con dei pugni alle spalle Massimiliano Giancaterino, ex sindaco di Farindola, uno dei 25 imputati per la tragedia in Abruzzo del gennaio 2017 in cui persero la vita 29 persone
L’ex sindaco di Farindola (Pescara) Massimiliano Giancaterino, uno dei 25 imputati per il disastro dell’hotel a Rigopiano, è stato aggredito questa mattina nel bar del tribunale di Pescara, durante una pausa della seconda udienza preliminare sulla tragedia in Abruzzo del gennaio 2017. L’uomo, mentre stava prendendo un caffè, è stato preso a pugni da Maria Perilli, madre di Stefano Feniello, una delle 29 vittime.
L’aggressione al bar
Giancaterino è caduto a terra, la donna - che è la moglie di Alessio Feniello, sotto processo a Pescara per aver violato i sigilli dell'area dove è morto il figlio Stefano - gli ha urlato : "Hai firmato la condanna a morte di mio figlio". Immediatamente sono intervenute le forze dell'ordine e successivamente anche gli operatori del 118, che hanno assistito Giancaterino.
Giancaterino: "Querelerò la donna"
"Stavo prendendo un caffè con i miei avvocati, quando sono stato aggredito. Non so da chi, era una donna. Mi ha picchiato, mi ha riempito di botte. Segue querela", ha detto Giancaterino, uscendo dal tribunale di Pescara, scortato dagli operatori del 118. Giancaterino nella tragedia di Rigopiano ha perso il fratello Alessandro.
La donna: "Era al bar allegramente"
"Era al bar allegramente, quando è stato lui a firmare la condanna a morte di mio figlio e allora l'ho preso a pugni", ha detto Maria Perilli dopo essere stata identificata dalle forze dell'ordine. "Lui è il doppio di me - ha aggiunto poi la donna - quindi potete immaginare il male che gli ho fatto... E' stato lui a firmare i primi documenti per l'ampliamento dell'hotel e ha dato la possibilità all'albergo, da quel momento, di essere aperto anche durante l'inverno, non solo d'estate, quindi ha condannato a morte Stefano".