L’avvocato Lara Pellegrini ha fatto sapere che "quando sarà depositato il fascicolo del pubblico ministero e avremo modo di studiare le carte renderemo interrogatorio”. Intanto il procuratore di Milano Greco ha detto che non ascolterà Salvini
Gianluca Savoini, il leghista presidente dell’associazione LombardiaRussia indagato per corruzione internazionale nell’inchiesta della Procura di Milano sui presunti fondi russi destinati al Carroccio, parlerà a indagini chiuse. Mentre la procura, per il momento, non sentirà il segretario della Lega Matteo Salvini. “Assolutamente no”, ha risposto infatti il procuratore di Milano Francesco Greco ai cronisti che gli hanno chiesto se ci sia la necessità di sentire il leader della Lega, nonché vicepremier e ministero dell’Interno.
Il legale di Savoini: “Ci concentriamo sulle carte”
"Quando sarà depositato il fascicolo del pubblico ministero e avremo modo di studiare le carte renderemo interrogatorio”, ha detto invece l'avvocato Lara Pellegrini, difensore di Savoini, che ieri si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti ai magistrati che lo avevano convocato. "Al momento stiamo discutendo di un'inchiesta giornalistica trasferita in sede giudiziaria e noi preferiamo confrontarci sulle prove raccolte dal pm”.
Notificato a Savoini l’invito a comparire
L'avvocato ha spiegato che "se durante l'inchiesta ci sarà un deposito intervento di documenti in relazione a qualche attività istruttoria, Savoini potrebbe anche decidere di rendere interrogatorio". Al momento, a quanto si apprende, l'unica cosa che è stata notificata a Savoini e alla sua difesa è stato solo l'invito a comparire.
Greco: “Indagini complesse e lunghe”
"Sono indagini complesse, difficili, lunghe, laboriose e internazionali", ha sottolineato il procuratore Greco, parlando con i cronisti. Greco ha descritto l'inchiesta per corruzione internazionale su fondi russi aggiungendo che "oggi non è previsto nulla, se non un confronto di idee", in relazione a possibili attività investigative o audizioni di testimoni.
La questione politica
Sul fronte politico, intanto, non si arresta la querelle sulla vicenda: "Secondo me deve andare a riferire in Parlamento sulla questione Russia. Sono sicuro che ci andrà e così ci darà anche modo come maggioranza di difenderlo", ha detto oggi Luigi Di Maio riferendosi a Salvini. "Quando il Parlamento chiama – ha aggiunto - è giusto che un ministro, un premier, un vicepremier, un sottosegretario risponda". D'accordo con lui anche il presidente della Camera Roberto Fico: "Se riportiamo il dibattito dentro il Parlamento è sempre qualcosa di positivo e di giusto". Ma Salvini si difende così: "Non c'è nulla su cui possa essere coinvolto, mi occupo di vita reale, di problemi veri cercando di risolverne un po'".