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Milano, Gay Pride 2019: il programma, il percorso e tutti i dettagli sulla parata

Cronaca

Partenza alle 16 dalla stazione Centrale, per il Milano Pride 2019. Alla fine dell'evento, che attraversa corso Buenos Aires, un concerto con Baby K tra i tanti artisti sul palco

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Oggi, sabato 29 giugno, è il giorno della parata del Milano Pride (LIVEBLOG). È ormai la settima edizione del Pride, realizzato sulla base del progetto nato nel 2013 in occasione della candidatura di Milano all’Europride 2015. È l’evento più atteso della Pride Week, un programma ricco di eventi tra il 21 e il 30 giugno.

Il percorso della parata

Appuntamento in piazza Duca d’Aosta, davanti alla stazione centrale, alle 15. Alle 16 parte il corteo che prosegue su via Vitruvio per girare a sinistra su via Settembrini; dopo piazza Caiazzo si gira a destra su via Palestrina, per imboccare infine corso Buenos Aires. La parata sfila percorrendo tutto il corso fino a piazza Oberdan.

Evento finale con concerto

Ad attendere l’arrivo del corteo, alla fine di Corso Buenos Aires, un palco allestito per l’evento finale, presentato da Debora Villa e Daniele Gattano. Si comincia con gli interventi di Monica J. Romano e Antonia Monopoli, poi i discorsi del Coordinamento Arcobaleno e dei rappresentanti istituzionali e infine non manca la tradizionale festa musicale, che quest’anno vede tra gli ospiti anche la cantante Baby K.

Gli altri gay pride in Italia e nel mondo

Parallelamente al pride di Milano, si svolgono altre parate: in Italia il 29 giugno si scende in piazza per i diritti lgbt anche a Bari e a Catania. Gli altri grandi appuntamenti sono invece a Parigi, per quanto riguarda l’Europa, e negli Stati Uniti a San Francisco. 

I moti di Stonewall

Gli ultimi giorni di giugno non sono un periodo casuale per la difesa dei diritti civili. Il riferimento è ai moti di Stonewall del 1969, esattamente 50 anni fa: si tratta di una serie di violenti scontri fra gruppi di omosessuali e la polizia, a New York. Il primo di questi scontri avvenne la notte del 27 giugno, quando la polizia irruppe nel Stonewall Inn, un bar gay in Christopher Street nel Greenwich Village, un quartiere del distretto di Manhattan. Da lì i moti e le proteste proseguirono fino al 29 giugno.

Alcuni dati sulla situazione dei diritti degli omosessuali

Sono ancora 70 stati gli Stati nel mondo in cui l’omosessualità è considerata illegale, ovvero più di un terzo del totale degli stati riconosciuti dall’Onu. In alcuni Paesi – tra cui il Sudan, l’Iran, lo Yemen o l’Arabia Saudita – è prevista persino la pena di morte. In altri Paesi, tra cui Uganda, Zambia e Guyana, si rischia invece il carcere a vita.