Per il sindaco sospeso di Riace, accusato di favoreggiamento all'immigrazione clandestina e sottoposto al divieto di dimora, la prima udienza è fissata per l'1 aprile. Revocata alla compagna Tesfahun Lemlem, coinvolta nell'inchiesta, la misura dell'obbligo di firma
La Procura di Locri ha chiesto il rinvio a giudizio per Domenico “Mimmo” Lucano (CHI È), sindaco sospeso di Riace, attualmente sottoposto al provvedimento di divieto di dimora nel piccolo centro della Locride divenuto modello di accoglienza per i migranti. A riferirlo è la Gazzetta del Sud. Assieme a Lucano la richiesta riguarda altri 29 indagati nell'operazione Xenia. L'udienza preliminare davanti al Gup di Locri Amelia Monteleone è fissata per il primo di aprile.
Annullato obbligo di firma per la compagna di Lucano
È stava invece annullata la misura cautelare dell'obbligo di firma a Tesfahun Lemlem, la compagna di Mimmo Lucano, coinvolta nell'inchiesta su Riace. La sesta sezione penale della Cassazione ha accolto il ricorso della difesa. Alla donna, di origine etiope, vengono contestati gli stessi reati del sindaco sospeso di Riace, tra cui il favoreggiamento dell'immigrazione irregolare, in particolare per aver cercato di far venire in Italia il fratello combinando un falso matrimonio. Inizialmente le era stato imposto il divieto di dimora, trasformato nell'ottobre scorso dal tribunale del riesame in obbligo di firma.
L’arresto, i domiciliari e il divieto di dimora
Lucano è stato arrestato il 2 ottobre 2018 con l’accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Per lui è stata disposta inizialmente la misura degli arresti domiciliari, ma dopo la decisione del giudice del Riesame di Reggio Calabria, che ha rivisto la misura, gli è stato imposto il divieto di dimora a Riace. Da quel giorno ha fissato la sua dimora a Caulonia marina, un centro poco distante da Riace.