Riace, il borgo abbandonato divenuto modello di integrazione

Cronaca
Riace è un comune di oltre 2mila abitanti della città metropolitana di Reggio Calabria (Foto: Getty Images)
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Dallo sbarco dei profughi curdi nel 1998 alle politiche inclusive del sindaco Domenico Lucano: ecco perché il paese reggino è citato come esempio di buona convivenza fra italiani e stranieri

È un caso italiano e internazionale già molto noto: il piccolo paese di Riace, in Calabria rinato grazie ai migranti e alla perseveranza del sindaco Domenico Mimmo Lucano, finito ai domiciliari con le accuse di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e di avere commesso illeciti nell'affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti, domiciliari poi revocati dal Tribunale del riesame. Per sostenerlo, è subito nata una campagna in tutta Italia: #iostoconMimmoLucano.

Il sindaco fra i leader più influenti al mondo

Il sindaco Domenico Lucano (una fiction Rai è pronta, ma mai trasmessa, con Beppe Fiorello protagonista) nel corso di diversi mandati ha accolto e inserito nel tessuto sociale di un borgo destinato a diventare un paese fantasma oltre 6mila richiedenti asilo da più di 20 Paesi, dando nuova vita al centro e realizzando concretamente l'integrazione. La rivista americana "Fortune" ha inserito nel 2016 il sindaco al 40esimo posto della classifica dei 50 leader più influenti del mondo e all'estero Riace non è più il paese dove furono ritrovati intatti due meravigliosi bronzi di provenienza greca ma è un modello di accoglienza, inclusione sostenibile e funzionante.

Accoglienza dal 1998

Nel 1998, con lo sbarco di duecento profughi dal Kurdistan a Riace Marina, l'associazione Città Futura (dedicata al parroco siciliano Don Giuseppe Puglisi, ucciso dalla mafia) ha deciso di aiutare i migranti appena sbarcati dando loro a disposizione le vecchie case abbandonate dai proprietari, ormai lontani dal paese. Da lì è cominciata la storia di Riace paese dell'integrazione: il sindaco Lucano ha orientato tutta l'amministrazione all'integrazione, dei rifugiati e degli immigrati irregolari aprendo scuole, finanziando micro attività, ma anche realizzando laboratori, bar, panetterie e perfino la raccolta differenziata porta a porta, garantita da due ragazzi extracomunitari e trasportata attraverso l'utilizzo di asini. I mediatori culturali fanno da ponte e una moneta speciale aiuta gli immigrati per le spese giornaliere in attesa dei fondi europei. D'estate a Riace si è creato persino un "turismo" con cittadini europei in visita al piccolo comune calabrese "modello".

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