Lucano torna libero ma non può stare a Riace: "Ho dormito in macchina"

Cronaca

"Ho dormito in macchina, non ho un posto fisso dove stare". Il Riesame revoca i domiciliari al sindaco Mimmo Lucano, accusato di favoreggiamento dell'immigrazione, ma dispone il divieto di dimora Riace. Si moltiplicano le offerte di ospitalità

"Sono in giro perché non ce l'ho un luogo fisso dove stare. Per quattro ore ho dormito nella macchina. Ho una borsa in macchina, ho messo quattro cose, io vengo dalla militanza, sono abituato". Lo ha detto Mimmo Lucano, il sindaco di Riace, ai giornalisti che lo hanno intercettato a Caulonia Marina, nella Locride. Accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, il primo cittadino è tornato in libertà. Il Tribunale del riesame di Reggio Calabria ha disposto, però, il divieto di dimora nel suo Comune per il sindaco sospeso, che era stato arrestato il 2 ottobre nell’ambito di un’indagine per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Una vittoria a metà, dunque, per il sindaco che già all'alba di mercoledì 17 ha lasciato il Riace per andare in un paese del circondario: "Non ho ancora deciso dove andare - ha spiegato -. Devo ancora trovare una casa in cui sistemarmi, ma ci sono amici che mi sono vicini in questo momento critico e che mi stanno assistendo. Sto vivendo, comunque, una condizione di precarietà. Ho in macchina i miei effetti personali e alcuni libri. Se avrò bisogno di altre cose me le farò portare da mia figlia".  Intanto in queste ore si stanno moltiplicando le offerte di "ospitalità".

Revocato divieto di dimora per la compagna

Il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria ha alleggerito la misura cautelare anche per la compagna del sindaco sospeso di Riace Mimmo Lucano, Tesfahun Lemlem, accusata di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il ricorso della donna è stato discusso poco prima di quello di Lucano. Il Riesame ha revocato alla donna il divieto di dimora a Riace, e disposto l'obbligo di firma per due volte al giorno, alle 8 e alle 18

L’arresto il 2 ottobre

Lucano era stato posto agli arresti domiciliari il 2 ottobre scorso nell'ambito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Locri, che aveva contestato al primo cittadino il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina ed il fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti.

“Riace idea contro barbarie”

Prima di conoscere la decisione del Tribunale del riesame, subito dopo l'udienza, Lucano aveva detto a chiare lettere, con decisione, che il modello di accoglienza e integrazione creato nel suo comune sarebbe andato avanti. Il sindaco si era detto pronto ad andare avanti “anche senza contributi pubblici, da soli”, perché “Riace rappresenta un'idea che va contro la civiltà della barbarie e perché negli anni abbiamo costruito dei supporti all'integrazione che oggi fanno la differenza”. Dopo il trasferimento dei migranti dal Comune reggino disposto dal Viminale a causa di irregolarità nelle procedure di accoglienza, Mimmo Lucano ha difeso così il suo “modello Riace” di fronte al Tribunale di Reggio Calabria.

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