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Tanti auguri Niki Lauda, la leggenda della Formula 1 compie 70 anni

Cronaca
Foto: Ansa

L’austriaco, nato il 22 febbraio 1949, è uno dei più grandi piloti di sempre. In carriera ha vinto tre Mondiali, ha subito un grave incidente nel 1976 e ha reso immortale la rivalità con James Hunt. Lasciate le corse nel 1985, è diventato dirigente e imprenditore

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Niki Lauda compie 70 anni. La leggenda della F1 è nato il 22 febbraio 1949 in Austria, a Vienna. I tre Mondiali vinti lo hanno fatto diventare una leggenda, ma non solo: l’incidente del 1976 in Germania e la rivalità con il britannico James Hunt lo hanno reso un nome famoso dello sport. Lasciate le piste e le corse, "il computer", così soprannominato per la sua freddezza in pista e per la capacità di individuare i difetti della sua macchina e settarla nel modo giusto, è rimasto nel mondo della Formula 1 ma è diventato anche un grande imprenditore (LA FOTOSTORIA).

Le origini

Il suo nome di battesimo è Andreas Nikolaus Lauda, e proviene da un’agiata famiglia viennese. I suoi genitori e i suoi nonni, infatti, erano importanti industriali. Nonostante i progetti paterni, il giovane Niki non appare per nulla interessato a intraprendere la carriera nel mondo delle industrie: per lui esistono solo le gare. Così, dopo il diploma, all’età di 18 anni, nel 1967, è già in pista con una Mini Cooper S: il tracciato è quello di Mühllacken, a pochi chilometri da casa sua, e all’esordio si piazza al secondo posto. Il suo obiettivo è chiaro: diventare un pilota di F1, proprio come il suo idolo Jochen Rindt, campione austriaco morto a causa di un incidente avuto nel Gran premio di Monza del 1970.

Lauda in Formula 1

Non è semplice per Niki Lauda arrivare in Formula 1. Prima di diventare la leggenda che è oggi, infatti, è stato un pilota Porsche nelle serie minori e contemporaneamente un pilota di Formula V. Nel 1970 arriva l’esordio in Formula 3 con la McNamara. Un campionato poco brillante anche per via della vettura non esattamente competitiva. Nel 1971 partecipa all’Europeo di Formula 2, questa volta con una March, ma anche in questo caso non ottiene i risultati sperati. Nonostante ciò, riesce a debuttare in Formula 1: l’esordio avviene proprio nel Gran Premio di casa, quello austriaco. Alla guida della sua March, però, è costretto al ritiro a causa di un guasto meccanico. Non è più fortunato neppure durante la stagione 1972, quando la stessa casa automobilistica gli affida una monoposto che però non si rivela all’altezza del suo talento. Nel 1973 corre per la Brm e arrivano i primi punti in classifica e i primi piazzamenti degni di nota, ma è il 1974 l’anno della svolta: Enzo Ferrari, su consiglio dell’ex compagno di Lauda, Clay Regazzoni, decide di puntare sull’austriaco che firma così un contratto con la scuderia di Maranello.

Il primo Mondiale in Ferrari e l’incidente del 1976

Nel campionato mondiale di F1 del 1974, la differenza tra la nuova vettura e quelle precedenti è evidente: Lauda ottiene nove pole position e due vittorie arrivando quarto al termine della stagione. In quella successiva, però, esplode definitivamente il talento dell’austriaco: vince nei circuiti di Montecarlo, Belgio, Svezia, Francia e Stati Uniti guadagnandosi il titolo di campione del mondo grazie al terzo posto ottenuto a Monza. Anche nel 1976 Lauda è favorito per la vittoria finale: il detentore del titolo domina la prima parte della stagione, ma il sogno di bissare il trionfo del 1975 si spegne al Nurburgring, in Germania. Durante il Gp tedesco la Ferrari di Lauda sbatte su una roccia al primo giro, si capovolge e si incendia. Il pilota viene estratto vivo dalla vettura ma a causa del fumo e delle fiamme le sue condizioni sono gravissime fin da subito. A salvarlo, anche l’intervento immediato di un altro pilota, l’italiano Arturo Merzario. Contro ogni previsione, Lauda riesce a rimettersi piuttosto in fretta ma i danni esterni (al viso) e quelli interni (ai polmoni) saranno permanenti. Ad appena 42 giorni dall’incidente, il campione del mondo si ripresenta in pista a Monza centrando un incredibile quarto posto. Intanto, James Hunt ha recuperato tutto lo svantaggio accumulato nei primi Gran premi e sarà lui a vincere il titolo.

Il bis Mondiale e il primo ritiro

L’anno successivo all’incidente del Nurburgring, Lauda è ancora un pilota Ferrari ed è proprio con la rossa che vince il suo secondo Mondiale: per lui è una rivincita dopo l’amarezza del 1976. Si tratta però dell’ultimo anno a Maranello. La nuova dirigenza, infatti, sostituisce Lauda con Villeneuve. Nel 1978 l’austriaco firma per la Brabham-Alfa arrivando quarto nel Mondiale, mentre nel 1979, poco motivato dalla competitività della sua vettura, nonostante le tante offerte che riceve dai team concorrenti, decide di lasciare la F1. Nel 1981, un nuovo dietrofront: Lauda annuncia di voler tornare a guidare una macchina di Formula 1 e lo fa al volante della McLaren.

Il terzo Mondiale e il ritiro definitivo

La stagione di F1 del 1983 non è particolarmente esaltante: Lauda non vince neppure una gara e sono in molti a considerarlo ormai lontano dai livelli mostrati in passato. In realtà, già nel 1984, con un nuovo motore a spingere la sua McLaren domina il campionato insieme al compagno di scuderia, Alain Prost. Nel duello finale in Portogallo, sul circuito di Estoril, il francese arriva primo mentre l’austriaco rimonta dall’ottavo al secondo posto. Un piazzamento che gli consente di vincere il suo terzo e ultimo Mondiale in carriera. Il 1985 sarà l’anno del suo ritiro definitivo con l’ultima vittoria nel Gp d’Olanda. Lauda scende definitivamente dalle monoposto per intraprendere la carriera di imprenditore del settore aeronautico. Attività già sperimentata durante la pausa tra il 1979 e il 1981.

La rivalità con Hunt e il film "Rush" del 2013

Diversi in pista e fuori, ma anche molto amici. Niki Lauda è diventato leggenda (anche) grazie alla rivalità con James Hunt e a quel duello nel 1976 che vide il britannico vincere il Mondiale proprio davanti all’austriaco che aveva però subito il gravissimo incidente. La loro amicizia e i loro scontri erano già iniziati nelle serie minori, ma dopo il ritiro di entrambi dalla Formula 1 hanno addirittura ispirato un film: "Rush" di Ron Howard, uscito nel 2013. Per raccontare la rivalità fra Niki Lauda e James Hunt nel campionato di Formula 1 del '76 "ho usato come riferimento molti documentari sul rock anni '70, perché per glamour, sensualità e fascino erano mondi che avevano molti elementi in comune", ha detto il regista quando ha presentato il film.

Lauda dopo le corse

Nel momento in cui decide di lasciare definitivamente le gare automobilistiche, Lauda si dedica quasi interamente all’attività di imprenditore, fino agli anni 2000. Nel 1985, insieme alla Basile Varvaressos e al suo operatore turistico Itas, la sua compagnia inizia a far volare i primi charter, mentre nel 1988 vengono lanciati i voli di linea in Estremo Oriente, grazie al Boeing 767-300 della flotta Lauda Air. A partire dal 1994, invece, si punta anche sull’Europa e nel 1997 inizia a collaborare con la Austrian Airlines e la Lufthansa. Infine, nel 2000, vende le sue quote della Lauda Air. Nel novembre del 2003 torna a occuparsi di aerei fondando la alla Niki Luftfahrt GmbH. Nel 2004, Air Berlin entra in società con la sua compagnia diventando così la seconda più grande compagnia aerea tedesca, specialmente grazie ai voli low cost. Nel 2018 l’ex pilota austriaco di Formula 1 acquista i vecchi asset della compagnia aerea Niki, fallita il 28 ottobre 2017, e fonda la "Lauda Motion GmbH", che opera con il nome di LaudaMotion. Durante questo periodo, però, Lauda non abbandona il mondo della F1: dal 1992 al 1997 svolge attività di consulenza per la Ferrari. Successivamente, dopo avere diretto per due stagioni la Jaguar, dal 2012 diventa presidente non esecutivo della scuderia Mercedes.

La vita privata e i problemi di salute

Niki Lauda si è sposato due volte ed è padre di cinque figli. Il primo matrimonio è stato celebrato nel 1976 con Marlene Knaus, da cui ha divorziato nel 1991. In seconde nozze, nel 2008, ha sposato la hostess Birgit Wetzinger con la quale ha avuto due gemelli. La donna, nel 2005, ha donato al pilota un rene. Lauda aveva subito un altro trapianto di rene, donatogli dal fratello Florian, nel 1997. Il 2 agosto 2018, l’ex campione austriaco è stato operato a Vienna, nella clinica universitaria Akh, per un trapianto polmonare. La clinica, dopo l'operazione, aveva definito le condizioni di Lauda "critiche". Qualche giorno dopo, però, i medici hanno cominciato a parlare di "cauto ottimismo". Il 4 agosto Lauda è uscito dal coma artificiale e due giorni dopo un bollettino medico ha definito "molto soddisfacente" il decorso post-operatorio. Lo scorso 6 gennaio, ancora paura e un altro ricovero in terapia intensiva, a causa di una grave forma di influenza. Anche in questo caso Lauda è stato dimesso dopo poco più di una settimana.