La struttura del sito archeologico, più conosciuta come "Casa dei gladiatori", potrà essere nuovamente visitata, anche se con alcune limitazioni: sarà aperta solo il giovedì e solo per gruppi organizzati. LA FOTOGALLERY
La Schola Armaturarum era crollata il 6 novembre del 2010, diventando il simbolo del degrado del sito archeologico di Pompei. Oggi è di nuovo visitabile -
Riapre la Schola Armaturarum, l’edificio crollato nel 2010
A collassare era stata la copertura moderna realizzata nel 1944, dopo un lungo periodo di pioggia, a causa della pressione di acqua stagnante, detriti, rami e goglie secche -
Il crollo del 2010: le immagini
Il recupero è partito dalla rimozione delle macerie, resa più complessa dalla pesante copertura in cemento armato. È stato poi il momento del recupero di affreschi non polverizzati, del restauro e della ricostruzione degli ambienti -
Pompei, ecco tutte le principali scoperte del 2018
La Schola era il luogo di raduno dei giovani da addestrare alla disciplina militare. Durante i lavori, è stato scoperto un nuovo ambiente, dedicato alla conservazione delle anfore -
Pompei, ritrovato lo scheletro del cavallo di un generale. FOTO
Gli affreschi erano già stati puliti tra il 1915 e il 1916 da Vito Spinazzola e rappresentavano la vita nell'eteria, una sorta di associazione militare dell'epoca. In parte sono andati perduti, prima sotto le bombe della guerra, poi per il crollo del 2010 -
Nuove regole agli Scavi di Pompei: stop a panini, bikini e ombrelli
Per il crollo, la procura di Torre Annunziata aprì una inchiesta con nove indagati. L’unica imputata nel processo fu la restauratrice Paola Rispoli oggi in pensione. La donna fu assolta con formula piena -
Musei, domeniche gratis: negli scavi di Pompei boom di presenze
"A Pompei i crolli negli scavi archeologici sono un capitolo chiuso", ha affermato Massimo Osanna, direttore generale del sito (nella foto). "Qui c'è la somma di tutto quello che abbiamo fatto e che ora vogliamo rendere fruibile a tutti" -
Pompei, l'affresco erotico di Leda e il cigno. FOTO