La Corte d'Appello di Genova ha condannato il Senatur a 1 anno e 10 mesi e Belsito a 3 anni e 9 mesi, nell'ambito del processo per la maxi truffa ai danni dello Stato. L'ex tesoriere del Carroccio: "Ho coscienza a posto, magari qualcun altro no"
Confermata la confisca dei 49 milioni di euro e pene ridotte per Bossi e Belsito. La Corte d'appello di Genova ha condannato il Senatur a 1 anno e 10 mesi e Francesco Belsito a 3 anni e 9 mesi nell'ambito del processo per la maxi truffa ai danni dello Stato. In primo grado Bossi era stato condannato a 2 anni e sei mesi, mentre Belsito a 4 anni e 10 mesi. I giudici hanno anche condannato gli ex revisori contabili Diego Sanavio e Antonio Turci a 8 mesi, mentre Stefano Aldovisi a 4 mesi, riformulando per loro l'accusa da truffa a indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.
Belsito: "Ho coscienza a posto, altri no"
Dopo la sentenza, Belsito ha spiegato: "Aspettiamo di leggere le motivazioni per poi fare ricorso in Cassazione". "Hanno portato avanti la tesi del primo grado - ha proseguito l'ex tesoriere della Lega - e cioè i fatti di Tanzania e Cipro li hanno considerati appropriazione indebita, mentre per me era un investimento come tutti quelli che ho fatto precedentemente". Per Belsito pende anche l'appello a Milano, per l'inchiesta The Family. "La Lega ha depositato querela per appropriazione indebita a Genova", ha spiegato, "nel processo gemello a Milano: entro pochi giorni devono decidere, attendiamo e io sono sempre tranquillo con la mia coscienza. Magari qualcun altro no". E ricorda: "Nelle casse del partito alle mie dimissioni c'erano cifre importanti. Nella contabilità federale più di 41 milioni di euro, più le proprietà immobiliari in quel momento".
L'inchiesta sui fondi della Lega partita nel 2012
La vicenda, emersa nel 2012, ha al centro i rimborsi elettorali illecitamente ottenuti nel periodo tra il 2008 e il 2010. L’inchiesta aveva portato alle dimissioni del Senatur e all'azzeramento del "cerchio magico". Dalla questione era anche nata la querelle sulla confisca dei soldi. A settembre, la Lega e la procura hanno trovato un accordo: il partito pagherà tranche da 600 mila euro all'anno.