
In occasione della ripresa del processo bis per la morte del geometra romano, centinaia di persone si sono ritrovate davanti al tribunale di piazzale Clodio. Il procedimento vede imputati cinque carabinieri. FOTOGALLERY

Centinaia di persone si sono riunite a Roma per ricordare Stefano Cucchi dalla mattina di giovedì 27 settembre. Il sit-in, fuori dal tribunale di Roma, coincide con la ripresa in aula del processo bis per la morte del geometra, avvenuta il 22 ottobre 2009 -
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Il processo che si tiene alla Prima Corte d'Assise vede imputati cinque carabinieri, accusati a vario titolo di omicidio preterintenzionale, falso e calunnia -
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"Sappiamo chi è Stato - con Stefano nel cuore, con il sangue agli occhi". È lo striscione esposto davanti alla sede del tribunale in piazzale Clodio. Al presidio hanno preso parte un centinaio di persone e diverse associazioni, tra cui il collettivo "Sapienza clandestina", "Rete No Bavaglio", onlus "Alterego Fabbrica dei diritti", "Acad associazione contro gli abusi in divisa" -
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All'appuntamento di piazzale Clodio era presente anche Giovanni Cucchi (foto), padre di Stefano, che rivolgendosi ai presenti ha dichiarato: "Grazie per quello che avete fatto e che state facendo. Ci fate sentire come se Stefano fosse uno di voi. Grazie ancora da parte nostra per la vostra sensibilità anche a nome di mia moglie e di Ilaria" -
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Nel frattempo, in aula hanno prestato testimonianza gli operatori del 118 e le infermiere del carcere Regina Coeli, per far luce sulle ultime ore di Stefano Cucchi. Nel pomeriggio il dibattimento riprende con gli altri interrogatori, tra cui quelli dei carabinieri indagati -
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"La stanza era buia, si vedeva poco. Cucchi era disteso sulla branda e si copriva con il telo fin sopra il viso. L'ho incalzato con qualche domanda cercando di avvicinarmi e scoprirlo per vedere come stava, anche se lui continuava a coprirsi e diceva: 'Non mi serve niente'". A raccontarlo oggi in aula è stato l'infermiere che intervenne nella caserma di Tor Sapienza -
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