Autostrade 7 mesi fa: "Servono interventi urgenti al ponte Morandi"
CronacaLa lettera pubblicata da L'Espresso, con cui il direttore delle manutenzioni di Autostrade sollecitava i lavori, mostra che dal 28 febbraio società, ministero delle Infrastrutture e Provveditorato alle opere pubbliche di Genova sapevano dei problemi di sicurezza
Era almeno dal 28 febbraio scorso che il ministero delle Infrastrutture, il Provveditorato alle opere pubbliche di Genova e la Direzione manutenzioni della società Autostrade sapevano che il ponte Morandi aveva urgente bisogno di lavori per la messa in sicurezza. Lo mostra una lettera con cui Michele Donferri Mitelli, direttore delle manutenzioni di Autostrade, sollecitava la Direzione generale per la vigilanza del Mit e il Provveditorato ad approvare in fretta il progetto esecutivo di rinforzo del ponte. E questo, si legge nella missiva, per garantire “l'incremento di sicurezza necessario sul viadotto Polcevera”. Autostrade - che oggi presenta a Genova il suo piano di demolizione e ricostruzione del ponte Morandi, che Luigi Di Maio vorrebbe affidare a Fincantieri – ha precisato che il documento in questione non era “una 'lettera d'allarme' che metteva in guardia sulla 'non sicurezza' del viadotto”, ma solo una “comunicazione ordinaria” con cui si sollecitava l'approvazione del progetto di miglioramento del ponte.
Lettera fa parte del materiale sequestrato dalla procura
La lettera, scoperta dall’Espresso, fa parte dei documenti sequestrati dalla procura di Genova che indaga sulla tragedia del 14 agosto, costata la vita a 43 persone (IL CROLLO DEL PONTE - FUNERALI - FOTO - VIDEO). Anche ieri la guardia di finanza ha prelevato atti al Mit, in particolare proprio alla Direzione generale per la vigilanza, alla Spea Engineering (la società del gruppo Atlantia che per Autostrade cura tra l'altro il servizio di sorveglianza e manutenzione delle infrastrutture) e al Provveditorato delle opere pubbliche di Piemonte, Liguria e Valle D'Aosta. Nelle sedi di Roma, Milano, Genova e Firenze le Fiamme gialle hanno acquisito documenti, verbali di riunioni e tutto ciò che riguarda in particolare l'iter autorizzativo del progetto di “retrofitting” del ponte Morandi. L’obiettivo è capire se ci sono state negligenze e omissioni da parte dei vari soggetti: Autostrade da un lato e le strutture di vigilanza e controllo, cioè ministero e Provveditorato, dall'altro.
Si aprono nuovi scenari
Gli inquirenti, in particolare, vogliono capire chi sapeva dello stato di ammaloramento del ponte, cosa è stato fatto e cosa no e perché, eventualmente, non si è provveduto con misure anche temporanee per tutelare da rischi. In questo contesto, la lettera del direttore manutenzione di Autostrade svela una realtà inedita: finora, infatti, come ha sottolineato L'Espresso, si sapeva che gli uffici coinvolti fossero al corrente soltanto del degrado della struttura, a cominciare dai tiranti consumati dalla corrosione del 20%, “ma nessun documento dimostrava che ingegneri e funzionari fossero consapevoli del pericolo che, ogni giorno e ogni notte, decine di migliaia di automobilisti e camionisti stavano correndo”. Al punto da ritenere “necessario - come si legge nella lettera - l'incremento di sicurezza” del ponte.
Chi ha ricevuto la lettera?
Non si sa, ha aggiunto L'Espresso, chi abbia ricevuto personalmente la lettera (la seconda di cinque scritte al ministero tra il 6 febbraio e il 13 aprile 2018), poiché come destinatario è indicato soltanto l'ufficio. È noto che la Direzione generale del Mit per la vigilanza sulle concessionarie autostradali è diretta da Vincenzo Cinelli, nominato il 14 agosto 2017 su proposta del ministro Graziano Delrio e confermato dall'attuale ministro Danilo Toninelli. Mentre il capo del Provveditorato di Genova è l'architetto Roberto Ferrazza, scelto dallo stesso Toninelli come presidente della commissione d'inchiesta del ministero e poi sostituito per “motivi di opportunità”.