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Rita Borsellino, la camera ardente in una villa confiscata alla mafia

Cronaca
La villa confiscata alla mafia, oggi diventata un centro studi intitolato a Paolo Borsellino, dove è stata allestita la camera ardente

Una folla silenziosa e commossa si è riunita a Palermo per porgere l’ultimo saluto alla sorella del magistrato Paolo, ucciso dalla mafia. I funerali nella giornata di venerdì

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È una folla silenziosa e commossa quella che nelle ultime ore si è riunita a Palermo per porgere l'ultimo saluto a Rita Borsellino, morta il 15 agosto all'età di 73 anni. I funerali si svolgeranno nella giornata di venerdì.

L'ultima sfida di Rita alla Mafia

Tanti i messaggi e i ricordi delle persone comuni, e delle personalità, che da ieri sfilano composte nella camera ardente allestita in quello stabile di via Bernini confiscato alla mafia e diventato il Centro studi "Paolo Borsellino". Un'organizzazione fondata dalla stessa Lucia per ricordare il fratello magistrato Paolo, ucciso da Cosa Nostra il 19 luglio 1992. La bara di Lucia sta lì in ossequio alle sue volontà ed è una sfida, l'ultima lanciata alla mafia dalla sorella minore del magistrato. Non lontano dalle stanze che ospita il feretro di Lucia, sta infatti quella che fu la villa di Totò Riina e che adesso ospita una caserma dei carabinieri. 

Il ricordo della gente comune

"Ciao Rita, insegno e insegnerò ai miei bambini e alle mie bambine ad avere il tuo coraggio e la tua forza. Un bacio a Paolo e Giovanni. La maestra Tiziana". Questo è uno dei messaggi lasciati all'ex vicepresidente di Libera da una delle tante persone arrivate per ricordare la donna che col suo impegno nelle scuole, tra i giovani, in politica, ha voluto diffondere la cultura della legalità chiedendo sempre "non una verità, ma la verità" per la morte del fratello. La gente, tra cui tanti giovani, è stata accolta dai figli dell'ex parlamentare, Claudio, Cecilia e Marta. E proprio per i giovani la sorella del giudice antimafia aveva deciso di compiere l'ultimo gesto pubblico della sua vita presenziando lo scorso 19 luglio all'annuale ricordo della strage in via D'Amelio. Una presenza difficile a causa della malattia, ma alla quale Rita non ha voluto rinunciare. "La memoria è vita che si coltiva ogni giorno", aveva ripetuto Borsellino sino all'ultimo.

La figlia Marta: "Non ha mai smesso di cercare la verità"

Per salutare Rita Borsellino sono arrivati a Palermo i politici di ieri e di oggi, esponenti delle istituzioni e magistrati. Dalla mattina del 16 agosto sono arrivati il prefetto Antonella De Miro, il sindaco Leoluca Orlando, Alessandro Pajno, presidente del Consiglio di Stato e l'ex presidente del Senato, Pietro Grasso. "Per noi – ha detto Grasso – è stato un punto di riferimento. Che possa abbracciare Paolo, Agnese, Giovanni e Francesca e dire loro che noi continueremo a ricercare la verità e la giustizia". Ricordando l'impegno della madre, la figlia Marta ha detto: "Il suo insegnamento più grande? Essere veri e coerenti. A qualsiasi costo. Non ha mai smesso di cercare la verità sulla strage di via D'Amelio. Diceva sempre 'Non mi interessa chi è stato, ma voglio sapere perché'". Al grande e ultimo abbraccio a Rita Borsellino non poteva mancare il fratello Salvatore, da anni in prima linea nella richiesta di verità con le sue Agende rosse. E poi tutti i familiari delle vittime che, insieme all'ex parlamentare, in questi anni hanno lottato per la verità sulla morte dei loro cari. Da Maria Falcone, sorella del giudice ucciso nella strage di Capaci, fino a Vincenzo Agostino, papà di Nino, il poliziotto ucciso il 5 agosto 1989 insieme alla moglie Ida Castelluccio a Villagrazia di Carini.