Sportello donna: storie di donne vittime di violenza

Cronaca

Giorgia De Benetti

Mogli, fidanzate, ex compagne costrette a chiedere aiuto ai centri anti-violenza. Questo tra i temi dello speciale di Sky TG24, che ha raccontato le confessioni di uomini responsabili di maltrattamenti e ha dato voce a donne abusate -  L'INTEGRALE: 1 -  2

La violenza non ha età, né classe. Donne di ogni luogo, con o senza un lavoro, una casa, un figlio, sono costrette a chiedere aiuto ai centri anti violenza. È questo il tema di Sky Inside, approfondimento su quella violenza che spesso rimane rinchiusa, silenziosa tra le mura domestiche -  GUARDA LO SPECIALE: parte 1 -  parte 2.

Sportello donna

I centri anti-violenza sono luoghi in cui volontarie coraggiose offrono il loro aiuto a chi trova la forza di suonare il campanello. Così accade a Sportello donna, nell’hinterland nord di Milano, dove volontarie, psicologhe, avvocati offrono il loro supporto a chi decide di ricominciare, di liberarsi, anche dopo 50 anni di soprusi.Donne vittime di violenza ci hanno raccontato le loro storie continuando a soffrire, ma con la speranza di essere d’aiuto a chi non ha il coraggio di venirne fuori. Disegnando struggenti ritratti di uomini che picchiano tanto forte da mettere a repentaglio la vita.

Sportello donna è difficile da trovare, la claire è abbassata, la porta è chiusa a chiave, l’entrata in una strada secondaria del paese di Bresso, perché più volte è accaduto che anche le volontarie fossero minacciate. Donne preparate all’accoglienza, generose, offrono spontanea solidarietà. E’ così che iniziano percorsi di anni, supportati dalle professioniste psicologhe.

Cambiare per sopravvivere

Cambiare può essere difficile: presuppone indipendenza economica. Perciò è necessaria l’assistenza legale. Cambiare può essere una questione di sopravvivenza: allo sportello bussano donne in fuga, una valigia in una mano, un figlio appeso all’altra. A volte arrivano dal pronto soccorso, altre sono accompagnate dalle forze dell’ordine. Nei casi più estremi il centro cerca loro un posto dove stare. Si tratta di case di accoglienza, comunità il cui domicilio è segreto, dove neppure il telefono è ammesso. Ecco perché chi a 77 anni vive in una casa protetta non può mostrarci il volto, ma il tremore delle sue parole suggerisce chiara l’immagine di un’esistenza sottratta. Storie tragiche che in comune hanno un’unica gioia: essere sopravvissute.

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