Il ministro dell'Interno grida "vittoria" sul caso della nave che non è stata autorizzata ad attraccare nei porti italiani e che la Spagna si è offerta di accogliere. "Aperto fronte di discussione per una nuova politica dell'immigrazione. È un primo segnale", aggiunge
"Evidentemente alzare garbatamente la voce, cosa che il governo italiano non faceva da tempo immemore, paga". Così Matteo Savini, in una conferenza stampa nella sede della Lega a Milano, ha commentato la vicenda della nave Aquarius. L’imbarcazione della ong Sos Mediterranee, con 629 persone a bordo, non è stata autorizzata ad approdare nei porti italiani ed è finita al centro di un braccio di ferro con Malta. Dopo ore di stallo, la Spagna si è offerta di accogliere la nave con i migranti (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI). "Vittoria. 629 immigrati a bordo della nave Aquarius in direzione Spagna. Primo obiettivo raggiunto", ha esultato il neo ministro dell'Interno e vicepremier. E non sono mancate le critiche.
Problema risolto "grazie a buon cuore Spagna"
"Abbiamo aperto un fronte di discussione per una nuova politica dell'immigrazione a livello continentale, sicuramente non si chiude oggi la partita ma è un primo importante segnale che l'Italia non può sostenere questo peso da sola", ha aggiunto Salvini. "Oggi vediamo un nuovo inizio" per quanto riguarda la politica migratoria, ma è evidente che non si tratta di una definizione strutturale della questione. Stavolta, ha sottolineato, il problema è stato risolto "grazie al buon cuore del governo spagnolo, ma è evidente che l'Unione europea non può andare avanti con il buon cuore".
Situazione potrebbe ripetersi con altre navi
"Nelle ultime ore avevamo giustamente, su mia iniziativa, dato la disponibilità alla nave Aquarius di trasbordare uomini e donne che erano a bordo, e questo lo dico a tutti i fenomeni che da ieri mi accusano di cattivismo, di razzismo, di fascismo: il nostro obiettivo è continuare a salvare vite umane facendolo prima della partenza in Mediterraneo. La Aquarius per altro non aveva risposto, alla faccia di emergenze in corso che non erano tali, alla nostra disponibilità di prendere donne incinte e bambini", ha detto Salvini. E ha annunciato che la situazione che si è creata con l'Aquarius potrebbe ripetersi con altre navi. "Poco cambia che la nave si chiami Aquarius o Sea Watch 3: vogliamo porre fine a questo traffico di esseri umani. E dunque come abbiamo sollevato il problema per Aquarius lo faremo per tutte le altre navi", ha detto. E ha sottolineato che la soluzione della vicenda Acquarius "non è la fine di nulla". "Mi risulta che una nave di una Ong olandese si trovi a 28 miglia dalla Libia in attesa del suo ricco carico di esseri umani. Noi continueremo con la linea del buonsenso e della condivisione", ha dichiarato. LE REAZIONI
"Governo compatto"
Sulla vicenda dell'Aquarius, ha ribadito Salvini, "il governo è rimasto sempre compatto, alla faccia di chi trovava spaccature tra Lega e Cinquestelle". Il vicepremier ha detto di non escludere un suo viaggio in Libia. Poi ha spiegato che, come ministero dell’Interno, sta cercando "di recuperare anni di dormite altrui". "Uno dei fronti è quello dei costi che gli italiani devono sostenere per un esercito di finti profughi", ha aggiunto, "stiamo lavorando sulla cifra di 35 euro" per ogni migrante. "Voglio che rientri nella media europea, perché tutti i Paese europei spendono di meno e anche noi vogliamo spendere di meno. Sono curioso di vedere se tutte queste cooperative, questi solidali, con meno di 35 euro continueranno a esserlo".
Critiche a Salvini
Mentre è arrivato il plauso di Marine Le Pen e di alcuni esponenti del centrodestra italiano, la decisione di Salvini e del governo sulla nave Aquarius ha provocato la reazione anche del Vaticano. Sui social, ad esempio, l'esplicita condanna del cardinale Gianfranco Ravasi. “Ero straniero e non mi avete accolto (Mt 25,43) #Aquarius”, ha twittato riportando una frase di Gesù del Vangelo di Matteo. Critiche a Salvini anche dal Pd (“L'intervento del governo spagnolo non è una vittoria ma solo un respiro di sollievo”, ha detto il segretario reggente Maurizio Martina), da Possibile (che riflette sulla “ipotesi di presentare un esposto alla Procura di Roma”), da diversi sindaci, dalla Cisl e dalla Cgil (“Chiusura delle frontiere è inaccettabile”, ha detto la segretaria generale Susanna Camusso).