Alcuni ricercatori hanno affisso uno striscione sulla facciata del palazzo dell'istituto, in piazzale Aldo Moro, che recita: "Appesi ad un filo". L’iniziativa serve a rivendicare "il diritto alla stabilizzazione". LA FOTOGALLERY
Il 16 dicembre alcuni ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) si sono calati dal tetto dell’istituto per esporre uno striscione di protesta. I manifestanti, come spiega in una nota la Federazione lavoratori della conoscenza Cgil, "rivendicano il diritto alla stabilizzazione di tutti i precari della ricerca e rimarranno appesi fino a quando non la otterranno" –
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Lo striscione affisso dai ricercatori recita "appesi ad un filo" e vuole sottolineare la situazione di precariato con alla quale sono costretti dagli attuali contratti –
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In cima al palazzo è stato appeso anche un altro striscione, sul quale i ricercatori hanno scritto: "Basta precariato di Stato, stabilizzazione a tutti" –
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Secondo la Cgil, le notizie che giungono dalla discussione della legge di Bilancio alla Camera sono "assolutamente deludenti". "Solo tre milioni di briciole si aggiungono ai dieci milioni già stanziati dal Senato" sottolinea il sindacato che reputa i finanziamenti "assolutamente insufficienti per la stabilizzazione di circa 8mila precari della ricerca" –
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Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha voluto esprimere la sua solidarietà ai ricercatori del Cnr. "Il lavoro di ricerca precario – ha dichiarato - non dovrebbe esistere. La ricerca con innovazione serve a costruire il futuro del Paese" –
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