Mattarella grazia l’ex preside del convitto crollato a L'Aquila
CronacaLivio Bearzi era stato condannato a 4 anni di reclusione e all'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni per omicidio colposo plurimo
Arrestato nel 2015
Bearzi, originario di Cividale del Friuli, in provincia di Udine, era stato condannato in via definitiva dalla Corte di Cassazione a 4 anni di reclusione e all'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, per omicidio colposo plurimo e lesioni personali, per la morte dei tre studenti e il ferimento di altri due ragazzi nel crollo della scuola. Il dirigente era stato ritenuto colpevole per la mancata ristrutturazione del Convitto, costruito nell'800, e per l'assenza di un piano per la sicurezza. La condanna lo ha costretto dietro le sbarre dal 10 novembre al 23 dicembre del 2015, quando il suo avvocato, Stefano Buonocore, è riuscito ad ottenere l'affidamento in prova ai servizi sociali, misura poi confermata nell'aprile 2016. La richiesta di grazia è partita con una raccolta di firme dal Terzo istituto comprensivo di Udine, struttura del quale Bearzi era direttore al momento della condanna. "Il professore - ha dichiarato l’avvocato Buonocore - è un bravissimo preside e deve rientrare nella scuola, perché il contributo che può dare è grandissimo. So quanto ci tiene".
Numerosi gli attestati di stima
Il crollo del convitto nazionale avvenne alle 3.32 del 6 aprile 2009 quando L’Aquila fu colpita da una scossa di magnitudo 5.8 della scala Richter. Nel terremoto persero la vita Luigi Cellini, 15 anni di Trasacco, in provincia de L'Aquila, e due ragazzi della Repubblica Ceca: Ondreiy Nouzovsky, 17 anni e Marta Zelena, 16enne. Fin dai primi momenti dopo la condanna Bearzi ha ricevuto la solidarietà di colleghi, politici, gente comune e persino delle famiglie delle vittime. L'esito del processo venne ritenuto sorprendente soprattuto perché il dirigente usciva dal procedimento come l’unico colpevole del crollo dell’edificio. "Al presidente Mattarella - ha dichiarato la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani - va riconosciuta una grande saggezza che lo ha guidato in una decisione per la quale esprimo gratitudine". Secondo la governatrice, infatti, la grazia pone rimedio "a una situazione di oggettiva ingiustizia in cui si era trovato Bearzi, unico a dover rispondere di una tragedia contro la quale nulla aveva potuto opporre".