Scontro pm Milano, il gup Brescia proscioglie Alfredo Robledo

Cronaca
Il procuratore aggiunto di Torino Alfredo Robledo (Fotogramma)
Alfredo_Robledo_Fotogramma

L'accusa di abuso d'ufficio, formulata contro il procuratore di Torino nell'ambito dell'inchiesta sui derivati al Comune di Milano, è caduta al termine dell'udienza preliminare. Prosciolti anche i coimputati Piero Canavelli e Federica Gabrielli  

Prosciolto perché il fatto non sussiste. È caduta al termine dell'udienza preliminare l'accusa di abuso d'ufficio nei confronti dell'ex procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo. Lo ha deciso il gup di Brescia, Paolo Minardi, che ha prosciolto anche Piero Canavelli e Federica Gabrielli, custodi giudiziari dei 92 milioni di euro sequestrati nel corso dell'inchiesta sui derivati al Comune di Milano chiusa nel 2014.

La decisione del gup

Robledo, attuale procuratore aggiunto di Torino, era indagato dalla Procura di Brescia per l'ipotesi di abuso d'ufficio insieme a Canevelli e Gabrielli, in seguito a una denuncia sporta dall'ex procuratore di Milano, Edmondo Bruti Liberati. Secondo l'accusa formulata dal pm Erica Battaglia, nel 2009 Robledo ha nominato Canevelli, Gabrielli e un'altra persona (la cui posizione è stata archiviata per prescrizione) come custodi giudiziari dei 92 milioni di euro sequestrati a 4 banche estere per truffa nei confronti del Comune di Milano, in relazione al caso dei derivati. L'intero importo era stato depositato sui conti di due istituti brianzoli: la Banca di credito cooperativo di Carate Brianza e quella di Barlassina. Per il loro lavoro di custodia del denaro sequestrato, i tre professionisti avrebbero poi dovuto ricevere un relativo compenso da parte della Procura milanese. Una procedura, questa, contestata dalla denuncia di Bruti Liberati alla Procura milanese. Secondo Bruti, la somma sotto sequestro avrebbe dovuto finire nel Fondo Unico Giustizia (emanazione di Equitalia), dove dal gennaio 2009 è per legge obbligatorio depositare tutto ciò che viene sequestrato dall'autorità giudiziaria.

Una vicenda archiviata nel 2014

Sull'intera vicenda era stato aperto un procedimento disciplinare a carico di Robledo che è stato archiviato nel dicembre del 2014 dal procuratore generale della Corte di Cassazione che in quell'occasione aveva stabilito come negli atti di Robledo non si fosse verificata alcuna violazione di legge. Il procuratore si era espresso dopo che Bruti Liberati aveva segnalato al Consiglio Superiore della Magistratura le parcelle delle tre persone incaricate di custodire il denaro. In quell'occasione l'ex procuratore aveva sostenuto che non risultava esserci motivazione nella scelta della Banca di Carate come istituto di custodia, segnalando al contempo che "Robledo risiedeva a Carate fino al 2008". Una connessione tra sede bancaria e residenza di Robledo che i giudici non hanno reputato significativa ai fini dell'apertura di un'indagine. Inoltre, al tempo, proprio Robledo aveva replicato all'accusa mossa da Bruti Liberati, sostenendo di risiedere a Milano dal 2001.

Il trasferimento di Robledo

Nel febbraio 2015 Alfredo Robledo era stato trasferito a Torino dal Csm, con funzioni di giudice poi di nuovo come procuratore aggiunto, per il presunto "scambio di favori" che avrebbe avuto con l'avvocato della Lega Nord Domenico Aiello. La vicenda della presunta truffa alla banche si chiuse, dopo la condanna in primo grado, con un'assoluzione in appello degli istituti di credito e dei 9 manager ed ex manager indagati. In virtù di un accordo extragiudiziale, il Comune aveva comunque incassato 455 milioni da Ubs, Deutsche Bank, Depfa Bank e Jp Morgan.

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