Censis, classifica degli atenei italiani: ecco quali sono i migliori

Cronaca
Foto d'archivio (LaPresse)
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Bologna svetta tra le università mega statali. Tra le grandi primeggia Perugia. Siena è la migliore fra le medie e Camerino fra le piccole. La Bocconi, come l’anno precedente, è sul gradino più alto del podio delle private. Crescono le immatricolazioni

È stato pubblicato il nuovo ranking annuale delle università italiane, diffuso dal Censis. E a essere incoronato come primo ateneo fra i "mega statali" (oltre 40mila iscritti) è quello di Bologna. Perugia, invece, svetta tra le grandi, mentre Siena si aggiudica la testa della classifica tra le medie e Camerino tra le piccole. Il primato, tra le università private, va all’università Bocconi di Milano. Per stilare la classifica, sono presi in considerazione parametri come le strutture disponibili, i servizi erogati, il livello di internazionalizzazione e la capacità di comunicazione 2.0. Oltre alle graduatorie degli atenei, il Censis ha poi formulato la classifica dei corsi di laurea triennali e di quelli a ciclo unico.

<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="en"><p lang="it" dir="ltr">Ranking Università - Atenei - Statali <a href="https://t.co/pvDg9U2xOs">https://t.co/pvDg9U2xOs</a> via <a href="https://twitter.com/tableaupublic">@tableaupublic</a></p>&mdash; Censis (@FonteCensis) <a href="https://twitter.com/FonteCensis/status/881810207764094976">July 3, 2017</a></blockquote> <script async src="//platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

Il primato di Bologna

Tra le università con oltre 40mila iscritti mantiene la prima posizione quella di Bologna (92 punti). La seconda è quella di Firenze (88,2) che guadagna una posizione rispetto all'anno precedente, e che cresce di sei punti nella comunicazione e nei servizi digitali. Terza e quarta posizione per Padova e La Sapienza di Roma che, oltre a migliorare il loro punteggio nella comunicazione e nei servizi digitali, guadagnano punti nel livello di internazionalizzazione. Ultima in classifica, come lo scorso anno, l'università di Napoli Federico II. 

Perugia migliore fra le grandi

L'ateneo di Perugia continua a guidare la classifica degli atenei che hanno dai 20mila ai 40mila iscritti, grazie anche al suo ambiente internazionale. Mantiene il secondo posto l’università di Pavia, a cui si accoda quella di Parma (89,6). Al quarto posto una novità: l’ateneo di Modena e Reggio Emilia, passato dai medi ai grandi atenei. Scende dal terzo al quinto posto l’università della Calabria mentre ultima e penultima restano la Seconda Università di Napoli e l’università di Chieti-Pescara. Perde due posizioni, infine, arrivando terz'ultima, Roma Tre.

Siena meglio di Trento tra le medie

Nella graduatoria dei medi atenei statali, cioè quello tra 10mila e 20mila iscritti, Siena batte Trento: 99,4 punti a 99,2. Stabile al terzo posto è l’università di Sassari mentre anche quest'anno è quarta in graduatoria l’università di Trieste. Chiude il ranking all'ultimo posto l'università di Napoli Parthenope.

Le piccole: il primato di Camerino

In cima alla classifica dei piccoli atenei statali, cioè di quelli fino a 10mila iscritti, primeggia ancora l’università di Camerino, con un punteggio complessivo di 97,2. Seconda è Teramo che, totalizzando 89,6 punti, sale di due posizioni. Stabile al terzo posto l’ateneo di Macerata. La penultima e l’ultima posizione sono occupate dalle università di Sannio e Molise.

Bocconi ancora prima tra le private

Tra i grandi atenei non statali anche quest’anno primeggia l’università Bocconi di Milano, mentre seconda è la Cattolica. Tra i medi atenei non statali si classifica al primo posto la Luiss di Roma. Tra i piccoli, il primo è l'ateneo di Bolzano, seguito da Castellanza Luic e Aosta.

In crescita le immatricolazioni

In crescita le immatricolazioni. Il picco si era registrato tra il 2003 e il 2004, poi si era verificato un calo fino al 2013-2014 con una riduzione complessiva del 20%.  Nel 2015-2016, però, per il secondo anno consecutivo, si ha una lieve crescita (+1,9%) pari a circa 6mila immatricolati in più, dopo il +0,8% registrato nell'anno precedente, in cui si era invertito il trend.

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