Resta grave il piccolo Kelvin 7 anni, calpestato dalla folla in fuga. I tifosi accusano: “Troppe bottiglie di vetro”. Spunta il video di un ragazzo a torso nudo. Il senatore Airola del M5s accusa i media di aver diffuso dati 'farlocchi' sui feriti, poi si scusa
Il ragazzo con lo zaino
La Digos e il pm Antonio Rinaudo cercano di fare luce sulle cause e sulle eventuali responsabilità dell'accaduto attraverso l'interrogatorio di decine di testimoni, i rapporti delle forze dell'ordine, la raccolta degli atti amministrativi. Dopo la riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, le autorità spiegano in un comunicato congiunto che a scatenare il panico in piazza San Carlo ci sono stati "eventi in corso di accertamento". Forse un petardo. Forse un falso allarme bomba. Esistono dei video, realizzati in presa diretta da alcuni giornalisti, che mostrano un giovane comportarsi in modo anomalo: è fermo in mezzo al fuggi fuggi, a torso nudo, con uno zainetto nero in spalla e le braccia allargate come in croce, mentre la gente gli fa il vuoto attorno. "Non ho sentito né scoppi né spari - spiega Marco - Il boato era quello di migliaia di persone che correvano".
I feriti
Sono ancora una cinquantina, quattro dei quali in gravi condizioni, i pazienti ricoverati negli ospedali di Torino per le ferite riportate nella calca di piazza San Carlo. I più gravi sono Kelvin, il bambino di 7 anni di origini cinesi ricoverato in Rianimazione al Regina Margherita di Torino, e due donne di 26 e 64 anni intubate alle Molinette. Gravi anche le condizioni di una 38enne ricoverata al San Giovanni Bosco in prognosi riservata dopo essere andata in arresto cardiaco probabilmente per schiacciamento.
Bottiglie di vetro in piazza San Carlo
Sotto accusa c'è l'abbondante presenza di alcolici e di bottiglie in vetro (sono stati i cocci a ferire la stragrande maggioranza dei fuggitivi) unita al massiccio numero di venditori abusivi. La sindaca Chiara Appendino viene invitata dalle forze politiche a "dare spiegazioni" ma solo la Lega si spinge a ventilare richieste di dimissioni. L'ordinanza comunale del primo giugno specifica che le misure per l'incolumità pubblica dovevano essere garantite dal soggetto che ha allestito il maxi schermo, l'agenzia Turismo Torino. "Sono le stesse modalità messe in atto nel 2015 - puntualizza Palazzo Civico - in occasione della finale del 6 giugno. Anche in quel caso non era stato approvato alcun provvedimento di ulteriore limitazione nella vendita di vetro e metallo oltre a ciò che è previsto dal regolamento di polizia urbana".