Processo Concordia, il maitre: chiesi io l'inchino al Giglio

Cronaca

In aula a Grosseto parlano alcuni testimoni del naufragio. Depone anche Domnica Cemortan. La ballerina, che quella notte era in plancia, ammette di avere avuto una relazione con il comandante Schettino, unico imputato. Poi si sfoga

Fu il maitre di bordo a chiedere al comandante Francesco Schettino di deviare verso l'Isola del Giglio la sera del 13 gennaio 2012. E, la sera dell'urto della Costa Concordia contro gli scogli, Schettino avrebbe cenato con la ballerina moldava Domnica Cemortan. Sono le ricostruzioni del naufragio, costato la vita a 32 persone, che sono emerse dalle ultime testimonianze nel processo che vede come unico imputato proprio Schettino. Nell'Aula del Tribunale di Grosseto ha deposto anche Domnica che ha ammesso di aver avuto una relazione con il comandante, prima di sfogarsi per essere stata costretta a rispondere alle domande sulla sua vita privata. "Oggi sono morta due volte" ha detto (video).



Il racconto di Domnica Cemortan - "Ero imbarcata come passeggera il 13 gennaio 2012. Conoscevo già Schettino, la sera cenai in ristorante, presi un dessert col capitano" racconta Domnica. "Sull'avvicinamento al Giglio nulla mi disse, non ho mai saputo del tragitto della nave". Schettino scherzò solo, dice Domnica: "Mi disse, tipo scherzo, che gli ufficiali dovevano chiamarlo al telefono perché dovevano rallentare la nave perché io dovevo finire il dessert". Domnica quindi venne invitata in plancia, vi "rimasi sulla porta", "tutto sembrava normale. Dopo qualche minuto, è successo quello che è successo...". Quindi il caos, lei che va nella cabina di Schettino a cambiarsi - "avevo messo lì la mia valigia" - e prende il computer del comandante: "Gliel'ho restituito la mattina dopo sull'isola, verso le 5". Si perdono di vista, si ritrovano sull'isola. Infine, alle domande insistenti degli avvocati che le chiedono se avesse il biglietto, Domnica risponde: "No, ero ospite".

Le dichiarazioni del maitre
- Nel Tribunale di Grosseto sono state diverse le testimonianze ascoltate nella giornata del 29 ottobre. Ciro Onorato, maitre, riporta l'affresco infernale della tensione a bordo, con alcuni passeggeri che dopo l'urto si misero a picchiare i marittimi. E poi la sensazione di andare a sbattere sugli scogli mentre, insieme all'hotel director Giampedroni e al primo maitre Tievoli si affacciarono dalla plancia a vedere il passaggio. "Era la prima volta che assistevo ad un'accostata dalla plancia", fatta di sera e in periodo invernale. "Io e l'hotel director Giampedroni eravamo vicini, sull'aletta sinistra, per vedere la navigazione, e lui a un certo punto mi dice 'Questo qui ci porta a sbattere sugli scogli'. Io risposi 'Conoscendolo, non credo'. Invece sbattemmo". Onorato conferma anche che la sera del naufragio il comandante Schettino era in compagnia della ballerina moldava Domnica Cemortan, con cui cenò al ristorante Milano della nave.

Che cosa successe dopo l'urto
- "Stammi vicino, non mi abbandonare", avrebbe detto il comandante al maitre Onorato nei momenti successivi all'impatto con gli scogli, dopo averlo fatto cercare e chiamato di nuovo in plancia di comando. Onorato dopo l'urto era andato a coordinare i soccorsi ai passeggeri. "Schettino indossava un giubbotto sopra l'uniforme ed era insieme alla Cemortan che si era cambiata l'abito di gala mettendosi vestiti più comodi. La situazione era critica". Stando alla testimonianza di Onorato, c'erano passeggeri che schiaffeggiavano un membro dell'equipaggio e altri che scappavano, la cucina del ristorante era impraticabile, era tutto distrutto. "Feci mettere tovaglie a terra per evitare che la gente scivolasse, soccorremmo un passeggero".

Maitre Tievoli: "Chiesi io a Schettino il passaggio al Giglio" - Il primo maitre Antonello Tievoli, originario del Giglio, in Aula ha poi confermato di aver chiesto lui al comandante Schettino, durante una cena avvenuta i primi di gennaio, di passare a  meno di cinque miglia dall'isola. "Il 6 gennaio mi sembrava che  fossimo più vicini del solito", ha detto, ma "Schettino non fu entusiasta, pensava che non fosse abbastanza ravvicinata, e disse al vice di prendere nota e studiare una rotta per il 13 gennaio 2012".  Dopo il naufragio, però, Schettino gli avrebbe detto: "Ma chi ce  l'ha fatto fa...".


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