Cnr: nell'area del sisma il suolo si è sollevato di 12 cm

Cronaca

La zona interessata si estende per circa 50 chilometri quadrati, tra Mirandola e San Felice sul Panaro. A mostrare gli effetti permanenti dei movimenti tellurici le immagini dei satelliti

Le immagini rilevate dai satelliti mostrano gli effetti permanenti degli eventi sismici in Emilia successivi al 29 maggio, che hanno causato un sollevamento del suolo fino a 12 centimetri. Lo comunica il Consiglio nazionale delle Ricerche, mentre continua l'attività di monitoraggio dallo spazio delle aree dell'Emilia Romagna colpite dal terremoto, avviata dal Dipartimento della protezione civile dopo l'inizio della sequenza sismica.

Le nuove acquisizioni radar dei satelliti della costellazione Cosmo-SkyMed programmate dall'Agenzia spaziale italiana su tutta l'area in cui sono in atto fenomeni sismici hanno permesso di studiare gli effetti permanenti dei movimenti del suolo causati dalla scossa del 29 maggio 2012. Lo studio è stato condotto da un team congiunto di ricercatori dell'Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell'ambiente del Consiglio nazionale delle ricerche (Irea-Cnr) di Napoli e dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) mediante una tecnica che permette di misurare spostamenti del terreno anche dell'ordine di pochi centimetri su grandi aree.

La zona maggiormente interessata si estende per circa 50 chilometri quadrati, tra Mirandola e San Felice sul Panaro nella provincia di Modena. Il sollevamento è stato causato dallo scorrimento in profondità dei due lembi della faglia sulla quale si è originato il terremoto del 29 maggio.

L'ultima acquisizione del sistema Cosmo-SkyMed sulla zona interessata dal sisma era avvenuta la sera del 27 maggio, due giorni prima del secondo evento. Il calcolo della deformazione del suolo dovuta alla forte scossa del 29 maggio è stato possibile dopo il primo passaggio utile del primo dei quattro satelliti della costellazione sulla orbita, avvenuto nella serata del 4 giugno. Il risultato ottenuto è particolarmente interessante in quanto consente una analisi completa della zona toccata dalle deformazioni del suolo, che mostra un orientamento prevalentemente est-ovest. Le sue caratteristiche, e il confronto con i dati della sismicità, indicano che la faglia del 29 maggio si colloca nella continuazione verso ovest di quella del terremoto del 20 maggio.

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