
È il quadro positivo emerso dal monitoraggio straordinario effettuato dal Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente (Snpa) e dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto. In diverse regioni il livello di trasparenza registrato è stato superiore alle medie stagionali. LA FOTOGALLERY

In Italia i mari sono più puliti dopo il lockdown e la situazione si mantiene stabile per quanto riguarda le sostanze legate alle attività produttive. Sono i principali risultati del monitoraggio svolto dal Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente (Snpa) e dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto
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Tale quadro incoraggiante emerge in particolare dall'analisi svolta su 457 stazioni di prelievo (nella foto il litorale di Varazze)

In diverse regioni la trasparenza registrata è stata superiore alle medie stagionali (nella foto Ventotene)

In alcuni tratti del Ponente ligure la visibilità della colonna d'acqua è infatti arrivata fino a 15 metri di profondità, rispetto ai 10 delle precedenti stagioni (nella foto Albissola Marina in provincia di Savona)

Aumentata la trasparenza anche in diverse località del Lazio, mentre nelle zone marine della Campania è diminuito significativamente anche l'inquinamento acustico (nella foto Amalfi)

L'assenza in mare delle imbarcazioni con i loro propulsori, in particolare, secondo quanto appurato dall'Arpa regionale, avrebbe influito anche sul comportamento di molti animali marini (nella foto Vietri sul Mare)

Sul quadro complessivamente positivo emerso dal monitoraggio del Snpa hanno influito anche la scarsità di precipitazioni e particolari fattori meteo-climatici che hanno riversato in mare una quantità minore di elementi solidi sospesi (nella foto il lungomare di Salerno)

Sulla presenza di metalli, fitofarmaci, solventi e altre sostanze legate alle attività produttive, oltre che sui principali parametri chimici correlabili agli apporti organici riversati in mare, il monitoraggio ha rilevato una minore quantità di nutrienti rispetto agli anni passati

Gli apporti organici riversati in mare, come fosforo e azoto, sono una delle cause di alterazione delle acque marine costiere

Nel complesso l'attività di monitoraggio, avviata a metà aprile e proseguita fino ai primi di giugno, ha visto impegnate 14 Agenzie regionali per la protezione dell'Ambiente (nella foto la scala dei Turchi ad Agrigento)

Sono stati coinvolti anche circa 300 militari della Guardia Costiera

Sono stati complessivamente 10mila gli esperti messi in campo dal Sistema delle agenzie ambientali (nella foto Vieste, in provincia di Foggia)
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I cinque nuclei subacquei della Guardia Costiera hanno verificato lo stato della flora e della fauna, soprattutto nelle zone di maggior pregio naturalistico come le aree marine protette (nella foto Porto Cervo in Sardegna)

"Il nostro impegno ora - ha detto il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa - è far sì che questi standard di qualità siano mantenuti nella costruzione di una nuova normalità green"

La sinergia operativa emersa in questo monitoraggio, secondo il Comandante Generale delle Capitanerie di Porto, Ammiraglio Giovanni Pettorino, "permetterà di operare in futuro in maniera ancor più efficace per proteggere e tutelare l'ambiente marino e costiero"
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