Il presidente brasiliano ha detto che “se quanti fanno la guerra fossero qui a questa Cop, si renderebbero conto che è molto più economico investire 1,3 miliardi per porre fine al problema climatico piuttosto che spendere 2,7 trilioni di dollari per fare la guerra, come hanno fatto l'anno scorso”
"Controllano gli algoritmi, seminano odio, diffondono paura, attaccano le istituzioni, la scienza e le università. È il momento di infliggere una nuova sconfitta ai negazionisti”: con queste parole il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, ha aperto i lavori della Cop30 a Belem. "Se quanti fanno la guerra fossero qui a questa Cop, si renderebbero conto che è molto più economico investire 1,3 miliardi per porre fine al problema climatico piuttosto che spendere 2,7 trilioni di dollari per fare la guerra, come hanno fatto l'anno scorso”, ha detto ancora Lula. Il presidente brasiliano ha aggiunto che “per andare avanti è necessaria una governance globale più solida, in grado di garantire che le parole si traducano in azioni. La proposta di creare un Consiglio per il clima, collegato all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, è un modo per dare a questa sfida l'importanza politica che merita".
Lula: “Sarà la Cop della verità”
"Il clima non è una minaccia futura, è una tragedia presente”, ha detto ancora Lula. “L’uragano Melissa che ha colpito i Caraibi e il tornado nel Paraná hanno causato vittime e lasciato una scia di distruzione. Dalle siccità e dagli incendi in Africa e in Europa alle inondazioni in Sud America e nel Sud-Est asiatico, l'aumento della temperatura globale diffonde dolore e sofferenza, soprattutto tra le popolazioni più vulnerabili. La Cop30 sarà la Cop della verità. Nell'era della disinformazione, dove gli oscurantisti rifiutano non solo le prove scientifiche, ma anche i progressi del multilateralismo".
Le tre parti dell’Appello all'Azione
"Stiamo andando nella direzione giusta, ma alla velocità sbagliata”, ha aggiunto ancora il presidente del Brasile. “Al ritmo attuale, stiamo ancora andando verso un aumento di oltre un grado e mezzo della temperatura globale. Superare questa soglia è un rischio che non possiamo correre. Il nostro Appello all'Azione è diviso in tre parti: nella prima faccio appello ai Paesi affinché rispettino i loro impegni. Ciò significa: formulare e attuare contributi determinati a livello nazionale ambiziosi; garantire finanziamenti, trasferimento di tecnologia e formazione ai paesi in via di sviluppo; e prestare la dovuta attenzione all'adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici. Nella seconda parte esorto i leader mondiali ad accelerare l'azione per il clima. Abbiamo bisogno di roadmap affinché l'umanità, in modo equo e pianificato, superi la dipendenza dai combustibili fossili, fermi e inverta la deforestazione e mobiliti risorse per questi scopi. Per andare avanti è necessaria una governance globale più solida, in grado di garantire che le parole si traducano in azioni. La proposta di creare un Consiglio per il clima, collegato all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, è un modo per dare a questa sfida l'importanza politica che merita". Mentre “per la terza parte, invito la comunità internazionale a mettere le persone al centro dell'agenda climatica. Il riscaldamento globale può spingere milioni di persone alla fame e alla povertà, facendo regredire di decenni i progressi compiuti. L'impatto sproporzionato dei cambiamenti climatici sulle donne, sulle persone di origine africana, sui migranti e sui gruppi vulnerabili deve essere preso in considerazione nelle politiche di adattamento. È fondamentale riconoscere il ruolo dei territori indigeni e delle comunità tradizionali negli sforzi di mitigazione. In Brasile, oltre il 13% del territorio è costituito da aree demarcate per le popolazioni indigene. Forse è ancora troppo poco".
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Lula: “Cop Belem sforzo enorme, ma con impegno nulla impossibile”
"Organizzare qui la Cop qui è una sfida grande quanto quella di porre fine all'inquinamento del pianeta. Abbiamo deciso di accettare la sfida di organizzare la Cop in Amazzonia per dimostrare che quando si ha la volontà politica, la determinazione e l'impegno verso la verità, non c'è nulla di impossibile per l'uomo”, ha detto ancora il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, aprendo i lavori della Cop30 a Belem. "Per le prossime due settimane, Belém sarà la capitale del mondo. Portare la Cop nel cuore dell'Amazzonia è stato un compito arduo, ma necessario: l'Amazzonia non è un'entità astratta. Chi vede la foresta solo dall'alto non sa cosa succede alla sua ombra. Il bioma più diversificato della terra è la casa di oltre 50 milioni di persone".
Lula: “Dare ai giovani opportunità pianeta dove si possa sognare”
"Una transizione equa deve contribuire a ridurre le asimmetrie tra il Nord e il Sud del mondo, forgiate da secoli di emissioni. L'emergenza climatica è una crisi di disuguaglianza. Essa espone ed esacerba ciò che è già inaccettabile. Approfondisce la logica perversa che definisce chi è degno di vivere e chi deve morire”, ha detto ancora il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, aprendo i lavori della Cop30 a Belem. "Cambiare per scelta ci dà la possibilità di un futuro che non è dettato dalla tragedia. Lo scoraggiamento non può spegnere le speranze dei giovani. Dobbiamo ai nostri figli e nipoti l'opportunità di vivere su una Terra dove sia possibile sognare".
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Pichetto: “A Cop30 con ambizione e fiducia, no a passi indietro”
Della Cop30 in Brasile ha parlato anche il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. In una conferenza stampa presso la sede dell'Associazione della Stampa Estera ha detto: “L'Italia partecipa alla Conferenza sul Clima con ambizione e fiducia: a dieci anni dall'Accordo di Parigi, non sono ammessi passi indietro. Portiamo in Brasile la consapevolezza di un Paese che unisce pubblico e privato in un impegno concreto verso la transizione energetica. Il nostro contributo alla finanza climatica è solido, così come ai problemi globali attraverso soluzioni tecniche innovative", ha aggiunto. "Vogliamo costruire partenariati efficaci e garantire che tutti Paesi, non solo l'Europa, contribuiscano a una transizione giusta. La nostra bussola resta il negoziato multilaterale, come chiave per affrontare le sfide presenti e future”.
Pichetto: “Da Usa e Cina passi da giganti sul clima”
"È già successa una volta l'uscita degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi, nel 2017, nonostante quello gli Usa come paese stanno facendo passi da gigante sul fronte della mitigazione climatica e dell'energia pulita”, ha detto ancora il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, riconoscendo che "questa Cop30 nasce in un momento che non è di unione totale a livello mondiale" ma "questo non può incidere totalmente". Anche la Cina, per il ministro, "è un paese che fa passi da gigante, nonostante stia costruendo di nuovo centrali a carbone e abbia un peso sulle emissioni che è enorme".
Pichetto: “3,4 miliardi per la finanza climatica dall'Italia”
Intanto L'Italia ha superato l'obiettivo fissato dal G20: il contributo italiano alla finanza per il clima è passato da 838 milioni di euro nel 2023 a 3,44 miliardi nel 2024. Lo ha affermato il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin: "Alla Cop29 abbiamo fatto una lunga battaglia, abbiamo chiuso molte ore dopo il termine con l'accordo sulla finanza climatica" di 300 miliardi a livello mondiale, ha ricordato il ministro spiegando che l'Italia sta facendo la sua parte.
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136mila bimbi al giorno colpiti da disastri climatici
Intanto una nuova analisi di Save the Children che partecipa alla Cop30 che si apre oggi a Belém, ha mostrato che circa 48 milioni di bambini all'anno, cioè in media 136 mila al giorno, sono stati colpiti da disastri climatici da quando 30 anni fa si è tenuto il primo vertice Cop per affrontare la crescente crisi climatica globale. Inoltre, secondo l'Unicef, circa 1 miliardo di bambini, quasi la metà di quelli del mondo, vive in paesi ad "altissimo rischio" per gli effetti dei cambiamenti climatici; 1 bambino su 3, ovvero 739 milioni in tutto il mondo, vive già in zone esposte a una scarsità d'acqua elevata o molto elevata, e il cambiamento climatico rischia di peggiorare la situazione; nel 2024, almeno 242 milioni di studenti in tutto il mondo hanno subito interruzioni scolastiche a causa di eventi meteorologici estremi.