Cop30, a Belem il vertice dei leader sul Clima. Polemica per assenze

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Nella città brasiliana si sono riuniti i vertici di decine di Paesi. L'incontro tra i leader anticipa le trattative vere e proprie della trentesima Conferenza sul clima delle Nazioni Unite. Per Lula è “il vertice della verità” ma i big lo disertano. Presenti Macron, Merz, Starmer e i leader Ue. Assenti Trump, Xi Jinping e Meloni

Secondo e ultimo giorno del Vertice sul clima nella città di Belém, alle porte dell'Amazzonia brasiliana, con sessioni tematiche sulla transizione energetica, l'Accordo di Parigi, i Contributi determinati a livello nazionale (NDC) per ridurre i gas effetto serra e il finanziamento di azioni per combattere la crisi climatica. Il padrone di casa, il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, lancia un duro monito in apertura dei lavori. Spendere in armi "il doppio di quanto spendiamo per" azioni green "spiana la strada a un'apocalisse climatica". E "non ci sarà sicurezza energetica in un mondo in fiamme", ha messo in guardia, accusando il conflitto in Ucraina di aver "vanificato anni di sforzi per ridurre le emissioni" di gas serra. Al summit i capi di Stato e di Governo di oltre 70 Paesi. Considerate le delegazioni guidate da ministri o da ambasciatori, l'elenco delle presenze supera un centinaio di governi stranieri. L'incontro tra i leader anticipa le trattative vere e proprie della trentesima Conferenza sul clima delle Nazioni Unite. Trattative che entreranno nel vivo dal 10 al 21 novembre e che, nella strategia degli organizzatori, devono partire da un concetto: "La transizione è irreversibile”.

Presenti e assenti

Nell'idea di Lula, quella in arrivo dovrà essere "la Cop della verità", con meno parole e più impegni concreti sulle promesse del passato. "Forze estremiste" sono impegnate nella fabbricazione di "menzogne" per ottenere vantaggi elettorali "a danno dell'ambiente", aveva già ammonito ieri, 6 novembre, il leader brasiliano nell'accogliere i leader presenti, tra cui il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il primo ministro britannico Keir Starmer. Sul vertice pesa però l'assenza di molti leader dei Paesi G20, tra cui Donald Trump e Xi Jinping, rispettivamente l'11 e il 29% delle emissioni globali. Assente anche Giorgia Meloni.

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Il ruolo dell’Ue

A colmare il vuoto punta l'Unione europea, decisa a giocare un ruolo di primo piano nella diplomazia climatica, forte di un accordo appena raggiunto, a fatica, sui propri obiettivi climatici al 2035 - richiesti all'Ue proprio dagli impegni di Belém - e su quelli al 2040, con la conferma (con più flessibilità) del taglio del 90% delle emissioni rispetto ai livelli del 1990. "Faremo di tutto perché questa Cop sia un successo", ha assicurato Ursula von der Leyen, rivendicando che "l'Europa arriva a Belém con obiettivi climatici chiari e solidarietà verso i soggetti più a rischio. Il mondo ha bisogno di un'azione multilaterale forte per affrontare l'emergenza climatica". A Belem, Von der Leyen chiederà innanzitutto di mantenere il contenimento del riscaldamento globale a 1,5 gradi come un obiettivo alla portata.

Von der Leyen: "Vicini a triplicare rinnovabili, ma bisogna investire in Africa"

Von der Leyen ha ricordato al Vertice che "ci stiamo muovendo verso l'obiettivo di triplicare la capacità delle energie rinnovabili e raddoppiare l'efficienza energetica entro il 2030: quest'anno, il 95% della nuova capacità mondiale era rinnovabile". La presidente della Commissione ha però sottolineato grandi disparità nel mondo: "Dei 2mila miliardi di euro investiti nell'energia pulita nel 2024, solo il 2% è stato investito in Africa, il continente che possiede il 60% del miglior potenziale solare al mondo. Dobbiamo cambiare la situazione".

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La posizione italiana

Il vicepremier italiano Antonio Tajani, in rappresentanza del governo, dice che l'agenda verde "non deve rappresentare un vincolo" ma una “opportunità". L'Ue, dal canto suo, tornerà a insistere sulla promozione di un'alleanza "aperta" con partner come il Canada, la Cina e il Brasile per definire un'agenda globale sulla tassazione del carbonio.

Più di 50 Paesi aderiscono a Fondo foreste tropicali

Oltre 50 Paesi hanno firmato la dichiarazione di lancio del Fondo per le foreste tropicali per sempre (TFFF), un'iniziativa proposta dal Brasile, che ha già ottenuto più di 5,5 miliardi di dollari di finanziamenti, di cui 3 miliardi dalla Norvegia. Il progetto mira a introdurre una logica di reciproco vantaggio negli strumenti di azione per il clima, ricompensando sia i Paesi che conservano le loro foreste sia quelli che investono nel fondo. Il TFFF sarà gestito dalla Banca Mondiale e mira a raccogliere almeno 125 miliardi di dollari, di cui 25 miliardi dal capitale sovrano dei Paesi e 100 miliardi da investitori istituzionali.

Il messaggio del Papa: "Se volete coltivare la pace, abbiate cura del creato"

Anche il Vaticano ha partecipato al Vertice amazzonico, dove il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin ha letto un messaggio di Papa Leone XIV. "Se volete coltivare la pace, abbiate cura del creato. Esiste un chiaro legame tra la costruzione della pace e la tutela del creato. Se da un lato, in questi tempi difficili, l'attenzione e la preoccupazione della comunità internazionale sembrano concentrarsi principalmente sui conflitti tra le nazioni, dall'altro, vi è anche una consapevolezza sempre crescente che la pace è minacciata anche dalla mancanza del dovuto rispetto per il creato, dal saccheggio delle risorse naturali e da un progressivo declino della qualità della vita a causa dei cambiamenti climatici", dice il Pontefice. Quindi lancia un appello affinché affinché le parole e le riflessioni si traducano "in scelte e azioni basate sulla responsabilità, sulla giustizia e sull'equità per raggiungere una pace duratura attraverso la cura del creato e del prossimo". Poiché la crisi climatica colpisce tutti, conclude, "le azioni correttive dovrebbero includere governi locali, sindaci e governatori, ricercatori, giovani, imprenditori, organizzazioni religiose e ong".

Parolin: "Rilanciare multilateralismo, clima causa più sfollati dei conflitti"

Parolin, dal canto suo, ha invece insistito soprattutto sull'opportunità di rilanciare il multilateralismo che da anni vive "una crisi grossissima" attraverso le azioni per il clima, che ormai causa "più sfollati" dei conflitti.   

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Il programma della Cop30

Il Vertice sul clima, come detto, ha anticipato la 30esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP30), che dal 10 al 21 novembre - sempre nella cittadina amazzonica - riunirà le parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite, a vent'anni dall'entrata in vigore del protocollo di Kyoto e a dieci dall'adozione dell'accordo di Parigi. Il governo brasiliano ha confermato la partecipazione di 143 delegazioni: di queste, 57 guidate da capi di Stato e di governo, oltre a 39 ministri e rappresentanti di diverse organizzazioni internazionali. Attesi oltre 50mila visitatori, tra questi 15mila rappresentanti dei movimenti sociali, che partecipano al programma parallelo del Vertice dei Popoli.

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