Frutta e verdura fanno bene anche all'umore

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Foto d'archivio (GettyImages)
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Aumentare il consumo di ortaggi freschi potrebbe fare la differenza sul proprio benessere anche nel giro di un paio di settimane. Lo dimostra una ricerca neozelandese

Frutta e verdura non fanno bene solo al fisico ma anche all'umore. Aumentarne il consumo può fare la differenza sul proprio benessere con benefici visibili anche nel giro di un paio di settimane. Lo suggerisce uno studio dell'Università neozelandese di Otago pubblicato sulla rivista Plos One.

 

Lo studio - I ricercatori hanno preso in esame 171 persone, di età compresa tra i 18 e i 25 anni, che consumavano poca frutta e verdura, dividendoli in tre gruppi (uno dei quali di controllo). Durante un periodo di due settimane sono stati fatti due test. A un gruppo sono stati inviati messaggi tramite cellulare che ricordavano di mangiare più frutta e verdura, insieme a voucher prepagati per incentivarne il consumo. Al secondo gruppo sono state fornite direttamente due porzioni giornaliere in più di ortaggi e frutta fresca (come carote, kiwi, mele e arance). Dai risultati è emerso che quest'ultimo gruppo ha ottenuto miglioramenti significativi per il proprio benessere psicologico, in particolare per quanto riguarda vitalità e motivazione. Chi invece aveva soltanto ricevuto dei "promemoria" o dei voucher non ha mostrato un miglioramento simile.

 

La "spinta" al consumo - I ricercatori hanno osservato anche un'altra differenza. Il gruppo che ha ricevuto verdure e frutti freschi in modo diretto li ha consumati per lo più crudi. Gli altri, nel gruppo che ha ricevuto messaggi e voucher, sceglievano più di frequente di cuocerli o mischiarli ad altri ingredienti. Insomma, spiega Tamlin Conner, autrice principale dello studio, "dovremmo dare di più alle persone frutta e verdure da mangiare e non semplicemente ricordarglielo". Dai bambini negli asili ai pazienti in ospedale, sottolinea, "frutta e verdura andrebbero dati regolarmente".

 

Cellule più "giovani" - Questa categoria di alimenti ha importanti proprietà anche per mantenersi giovani, ma sono diversi gli aspetti dell'alimentazione che possono influire sull"età" dell'organismo. Uno studio americano della Brigham Young University, pubblicato sulla rivista Molecular & Cellular Proteomics, ha evidenziato che su cavie in laboratorio una riduzione delle calorie ha rallentato il processo di invecchiamento delle cellule.

Gli scienziati hanno scoperto che quando i ribosomi - responsabili della sintesi proteica delle cellule - rallentano, altrettanto fa il processo di invecchiamento, perché hanno più tempo per "ripararsi". I ricercatori lo spiegano usando l'automobile come metafora: "Le macchine hanno bisogno di manutenzione periodica", spiega John Price, autore principale dello studio. "Quando le gomme si consumano non si butta via la macchina per comprarne una nuova. È più conveniente sostituire le gomme". Lo stesso avviene nei ribosomi, macchine molto complesse. Ciò che li fa rallentare, almeno secondo quanto emerso da test su topi in laboratorio, è in primo luogo un ridotto consumo di calorie. Le cavie sottoposte a una dieta con meno calorie (pur mantenendo l'apporto nutritivo necessario per vivere), spiega Price, "si sono mostrate più energiche e hanno sofferto meno malattie". "Non hanno solo vissuto di più - aggiunge - ma sono riuscite a preservare meglio i loro corpi, sono state più giovani e più a lungo".

Il professor Price comunque non invita le persone a contare calorie per sperare di mantenersi giovani: un tale meccanismo, spiega, non è stato ancora testato sugli umani come arma anti-invecchiamento. Il messaggio, sottolinea, è capire l'importanza del prenderci cura del nostro corpo. "Il cibo non è solo qualcosa da 'bruciare', ma è un segnale che dice al nostro corpo e alle nostre cellule come rispondere".

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