Economia
Stop a gas russo verso Polonia e Bulgaria: cosa succede
I due Paesi non si erano adeguati al nuovo sistema di pagamento in rubli. Von der Leyen: 'Un ricatto'. Mosca minaccia di chiudere i rubinetti anche verso altri Stati 'ostili'. Sofia e Varsavia assicurano: 'Non c'è pericolo di crisi energetica'. Berlino: 'Gli importatori tedeschi pagano in euro'
Mentre gran parte dei Paesi europei provano a emanciparsi dalla dipendenza dal gas russo, Mosca blocca i rifornimenti a Polonia e Bulgaria e minaccia di fare lo stesso con “altri Paesi ostili”, come ha detto il presidente della Duma Vyacheslav Volodin, citato dalla Tass. La mossa è stata definita dalla presidente della commissione europea Ursula Von der Leyen "un ricatto". La preoccupazione è che Mosca decida di fare lo stesso con altri Paesi europei. Berlino intanto fa sapere che "gli importatori tedeschi di gas pagano in euro" smentendo transazioni in rubli
COSA È SUCCESSO - Il colosso del gas russo Gazprom ha bloccato i rifornimenti a PGNiG e a Bulgargaz, le più importanti società di Polonia e Bulgaria. I due Stati non si sono adeguati al nuovo sistema di pagamenti - che chiede transazioni in rubli - imposto da Mosca dopo le sanzioni stabilite dall'Occidente in risposta alla guerra in Ucraina. I contratti in vigore, al momento della firma, consentivano però il pagamento in dollari
Anche il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha sottolineato che lo stop al gas - "una risposta ad atti ostili contro la Russia" - verrà applicato anche ad altri Paesi che si rifiuteranno di pagare in rubli. Gazprom ha intanto fatto sapere che se Polonia e Bulgaria, attraverso cui il gas russo scorre verso altri Stati, si riforniranno in modo non autorizzato di gas destinato ad altri Paesi terzi, le forniture verranno ridotte “di un ammontare analogo”