Il Papa in Bangladesh: "Grazie per l'aiuto ai profughi dalla Birmania"

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Il papa visita il mausoleo del padre della patria Mhjibur Rahman, in Bangladesh (Foto LaPresse)

Francesco non cita i Rohingya ma la regione birmana da cui la minoranza fugge: “Il vostro spirito di generosità si è manifestato chiaramente nello slancio umanitario per i rifugiati affluiti in massa dallo Stato di Rakhine”. Appello al mondo: “Servono misure efficaci”

Nel primo discorso durante la sua visita apostolica in Bangladesh, nel quarto giorno del suo viaggio in Asia che ha già toccato il Myanmar, Papa Francesco ha ricordato la generosità del Paese verso i Rohingya, i profughi arrivati dalla Birmania. Francesco non ha pronunciato il nome della minoranza musulmana, ma ha citato quello della regione birmana da cui la popolazione perseguitata fugge. "Nei mesi scorsi - ha detto il Pontefice nel discorso al presidente Abdul Hamid - lo spirito di generosità e di solidarietà che caratterizza la società del Bangladesh si è manifestato molto chiaramente nel suo slancio umanitario a favore dei rifugiati affluiti in massa dallo Stato di Rakhine, provvedendoli di un riparo temporaneo e delle necessità primarie per la vita". "Questo - ha aggiunto il Papa - è stato fatto con non poco sacrificio. Ed è stato fatto sotto gli occhi del mondo intero". Poi Bergoglio ha lanciato un nuovo appello: "È necessario che la comunità internazionale attui misure efficaci nei confronti di questa grave crisi". Il presidente del Bangladesh ha poi ringraziato Francesco per le sue posizioni in difesa della minoranza dei Rohingya.

L’appello alla comunità internazionale

Il primo discorso del pontefice in Bangladesh si è tenuto nel palazzo presidenziale Bangabhapan di Dacca, dopo una visita al mausoleo di Savar in onore del padre della patria Mhjibur Rahman, artefice della guerra di indipendenza dal Pakinstan del 1971. Parlando nella capitale del Bangladesh, il Papa ha chiesto alla comunità internazionale di attuare “misure efficaci nei confronti di questa grave crisi, non solo lavorando per risolvere le questioni politiche che hanno condotto allo spostamento massivo di persone, ma anche offrendo immediata assistenza materiale al Bangladesh nel suo sforzo di rispondere fattivamente agli urgenti bisogni umani”.

"In Bangladesh religioni in armonia"

"Il Bangladesh è noto per l'armonia che tradizionalmente è esistita tra i seguaci di varie religioni”, ha voluto rimarcare il Papa davanti alle autorità e al corpo diplomatico del Bangladesh. “Questa atmosfera di mutuo rispetto e un crescente clima di dialogo interreligioso”, ha detto il Papa a Dacca, “consentono ai credenti di esprimere liberamente le loro più profonde convinzioni sul significato e sullo scopo della vita. Così essi possono contribuire a promuovere i valori spirituali che sono la base sicura per una società giusta e pacifica". Papa Francesco ha elogiato l’unione e la forza comune espressa dal Paese asiatico: "In un mondo dove la religione è spesso, scandalosamente, mal utilizzata al fine di fomentare divisione”, ha sottolineato il Pontefice, “questa testimonianza della sua forza di riconciliazione e di unione è quanto mai necessaria. Ciò si è manifestato in modo particolarmente eloquente nella comune reazione di indignazione che ha seguito il brutale attacco terroristico dell'anno scorso qui a Dacca, e nel chiaro messaggio inviato dalle autorità religiose della nazione per cui il santissimo nome di Dio non può mai essere invocato per giustificare l'odio e la violenza contro altri esseri umani nostri simili”.

Il presidente: "Grazie al Papa per la difesa dei Rohingya"

Il presidente del Bangladesh Abdul Hamid, da parte sua, ha ricordato le azioni del proprio governo, che ha "dato riparo a un milione di Rohingya scacciati" dal Rakhine, e ha rimarcato la "molto lodevole posizione" del Papa "in favore della minoranza perseguitata e la sua appassionata voce contro tale brutalità". Ciò, ha detto, "dà speranza per la soluzione della crisi. La sua vicinanza a loro, la richiesta di aiutarli e di assicurare loro pieni diritti, dà alla comunità internazionale la responsabilità di agire con prontezza e sincerità". Il presidente Hamid ha poi ricordato le terribili persecuzioni subite dal popolo dei Rohingya: "migliaia di loro, compresi donne e bambini, brutalmente uccisi, migliaia di donne violate", la fuga in Bangladesh "per sfuggire alle atrocità perpetrate dall'esercito del Myanmar". Il presidente, dando il benvenuto a Papa Francesco, ha espresso anche "sincera gratitudine" per la creazione da parte del Pontefice del primo cardinale della storia del Bangladesh, l'arcivescovo di Dacca Patrick D'Rozario, e ha ricordato l'opera del primo ministro, signora Hasina, contro la povertà. Il Bangladesh è il quinto Paese più povero del mondo.

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