Indipendenza Catalogna, proteste dopo arresti leader catalani

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Il presidente della Catalogna Puigdemont con il portavoce Turull (Foto Getty)

Il governo catalano fa sapere che risponderà al secondo aut aut del premier Rajoy, ma mantiene la sua posizione: chiede di trattare con la Spagna. Intanto la regione si ferma: manifestazioni e dopo il provvedimento nei confronti dei dei leader Sanchez e Cuixart

Il governo catalano risponderà al secondo ultimatum di Madrid sull'indipendenza della regione, che scade giovedì. Ma i termini della risposta, ritenuta "non valida" dal governo spagnolo, non cambiano: "Madrid vuole parlare, sì o no? In base alla risposta, agiremo". Lo ha detto il portavoce del governo catalano Jordi Turull, che ha aggiunto: "Il nostro impegno con i risultati del referendum di indipendenza è totale". La Corte costituzionale spagnola, intanto, ha bocciato all'unanimità in forma definitiva la legge sul referendum adottata il mese scorso dal parlamento catalano, che allora era stata immediatamente sospesa in forma cautelare. Il governo catalano aveva comunque organizzato il referendum di indipendenza, vinto con il 90,1 per cento dai Sì, nonostante il divieto di Madrid.

Proteste contro gli arresti di Sanchez e Cuixart

La Catalogna, intanto, si è fermata a mezzogiorno per protestare contro l'arresto, con l'accusa di "sedizione", dei leader indipendentisti catalani di Anc e Omnium Jordi Sanchez e Jordi Cuixart deciso da una giudice spagnola. In tutte le città della regioni ci sono state manifestazioni davanti ai municipi e ai luoghi di lavoro. A Barcellona migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione di piazza Sant Jaume, davanti alla sede del governo catalano, cantando "Libertat!" e l'inno Els Segadors. Nella folla era presente anche il presidente della Catalogna Carles Puigdemont.
E le proteste non si fermano: le due grandi organizzazioni della società civile catalana Anc e Omnium, di cui fanno parte i due leader arrestati, hanno convocato per le 20 una grande manifestazione su Avinguda Diagonal, nel cuore di Barcellona, per chiedere ancora la liberazione dei loro presidenti Jordi Sanchez e Jordi Cuixart.

Turull: "Madrid ha minato la proposta di dialogo"

Con l'arresto di Sanchez e Cuixart, Madrid "ha minato la proposta di dialogo" del presidente della Catalogna Carles Puigdemont, ha affermato il portavoce del governo di Barcellona Jordi Turull prima della riunione dell'esecutivo catalano. Turull ha detto che l'arresto di Sanchez e Cuixart è "un attacco ai diritti fondamentali" e ha chiesto all'Europa di reagire. Sono arrivate poi le parole del vicepresidente catalano Oriol Junqueras: "Siamo disposti a dialogare con chi vuole dialogare. Ma questa volontà di dialogo non la si può mantenere in un clima di repressione crescente". Junqueras ha aggiunto: "Non possiamo essere governati da coloro che usano le istituzioni per commettere ogni tipo di reati e cospirare".

Tensione Barcellona-Madrid, il punto

Dopo il referendum del primo ottobre, intanto, continua la tensione tra Barcellona e il governo centrale spagnolo di Madrid, con il presidente della Catalogna Puigdemont che non ha sciolto i dubbi sulla questione dell'indipendenza della regione. Puigdemont ha proclamato una sorta di indipendenza "sospesa" cercando di avviare una trattativa con il premier spagnolo Rajoy, che però non è disposto a iniziare il dialogo. Soprattutto dopo che in una lettera Puigdemont ha chiesto un incontro per trovare una soluzione condivisa. Il premier spagnolo ha concesso tempo fino a giovedì 19 ottobre per una risposta definitiva al quesito fondamentale: la Catalogna ha dichiarato formalmente l'indipendenza?

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