L’allerta resta alta nei Caraibi per il passaggio della perturbazione che si muove verso nord-ovest. “Devastazione molto estesa” a Dominica, dove ci sono almeno 7 vittime. Morti e dispersi anche in Guadalupa. Meno danni a Martinica
Porto Rico al buio totale
Nei Caraibi l’allerta resta altissima per questo uragano che sta interessando le stesse zone già messe in ginocchio dalla furia di Irma nelle scorse settimane. Nelle scorse ore si era parlato di un impatto “potenzialmente catastrofico” a Porto Rico e nelle Virgin Islands statunitensi. Impatto che, a Porto Rico, dove sono oltre 500 i centri di accoglienza allestiti, ha causato un black out al 100%. L'isola è infatti totalmente al buio, secondo quanto riferisce un portavoce dell'ufficio del governatore, e sarebbero in funzione solo i generatori di corrente.
La marcia di Maria
Maria ha fatto il suo primo impatto sull'isola di Dominica provocando una “devastazione molto estesa”, stando al primo ministro Roosevelt Skerrit, intervenuto con un post su Facebook proprio mentre l'uragano infuriava sul Paese con venti fino a 260 chilometri l'ora che hanno fatto volare anche il tetto della residenza ufficiale del premier. I morti sarebbero almeno sette. Il Paese è senza elettricità e con pochissime comunicazioni. Maria è stata più clemente in Martinica, dove i danni materiali al suo passaggio sono stati descritti come “poco importanti” dal direttore generale della sicurezza civile francese Jacques Witkowski. Almeno un morto e due dispersi, stando alla prefettura di zona, in Guadalupa. Questa volta l’uragano non dovrebbe interessare la Florida.
Harvey, Irma e ora Maria
La stagione degli uragani del 2017, per gli Stati Uniti, è stata critica. Dopo la devastazione portata da Harvey in Texas, è stata la volta di Irma, la perturbazione che si è abbattuta sulla Florida e sulla Georgia a settembre, lasciando 12,5 milioni di persone al buio e causando 10 vittime. Con i suoi venti forti e le piogge che hanno provocato enormi allagamenti, l'uragano aveva toccato anche i Caraibi con gravi danni anche a Cuba (FOTO) e Haiti.
Come si classificano gli uragani
Per classificare gli uragani si usa una scala, quella di Saffir-Simpson, che va da 1 a 5 (dal meno intenso al più pericoloso) e si basa sulla forza dei venti che sono presenti nella perturbazione. Si inizia da un minimo di 119 chilometri orari e si può arrivare alla situazione "catastrofica" in cui le raffiche raggiungono più di 252 chilometri orari, come accaduto anche nel caso dell'uragano Katrina che nel 2005 aveva colpito la città americana di New Orleans.