Corea del Nord, gli Stati Uniti vietano i viaggi da e per il Paese

Mondo
Turisti statunitensi con passaporto americano (Foto di repertorio - Getty Images)

Dal prossimo 1° settembre sarà vietato per i cittadini statunitensi recarsi in Corea del Nord. Quelli che si trovano già lì dovrebbero andarsene prima di quella data. Lo ha reso noto il Dipartimento di Stato americano

Gli Stati Uniti vieteranno i viaggi da e per la Corea del Nord: il provvedimento sarà operativo a partire dal 1° settembre. A partire da quella data i cittadini americani non potranno più andare verso il Paese che con i suoi test missilistici sta minacciando l'America. Inoltre, per coloro che si trovano già lì, sarà necessario rientrare prima di questa data.

Il divieto e le sue deroghe

Il Dipartimento di Stato americano ha così dichiarato il passaporto americano non valido per i viaggi in, per o attraverso la Corea del Nord. Ma nel rendere nota la decisione, ha anche precisato che andare nel "regno eremita" sarà ancora possibile, ma sarà necessario ottenere una "convalida speciale del passaporto" che sarà concessa in circostanze "molto limitate". Le categorie a cui la deroga verrà applicata sono reporter e giornalisti, esponenti e operatori della Croce Rossa internazionale, persone coinvolte in cause umanitarie e tutti coloro che faranno richiesta del permesso per questioni di interesse nazionale.

Le ragioni che hanno portato al divieto

Come rende noto Reuters, le restrizioni ai viaggi sono dovute "al serio e crescente rischio di arresto e di lunga detenzione di cittadini americani in Corea del Nord. Attualmente le autorità asiatiche hanno mandato in prigione due accademici coreano-americani (tra cui l'ultimo, Tony Kim), un missionario, un pastore canadese e tre cittadini sudcoreani che svolgevano attività missionarie. Questa criticità si aggiunge all'intensificarsi di provocazioni rivolte dal Paese asiatico guidato da Kim Jong-un alla comunità internazionale, eseguite a suon di test nucleari e missilistici. La decisione di rendere operativo il divieto annunciato già lo scorso 20 luglio, fa seguito alla morte dello studente americano Otto Warmbier, arrestato nel marzo del 2016 e condannato a 15 anni di detenzione in un campo di lavoro. L'accusa: aver rubato un poster di propaganda da un albergo. Rilasciato - in coma - dalle autorità della Corea del Nord lo scorso giugno, il ragazzo è morto qualche giorno dopo esser tornato in patria. Restano ancora ignote le cause che hanno indotto Warmbier al coma. Lo stesso regime di Pyongyang ha definito la circostanza "un mistero" e ha respinto le accuse che collegano il decesso del ragazzo a torture e prigionia.

Mondo: I più letti